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Smith & Wesson di Baricco

Baricco ci sa fare con le parole, non lo scopro certo io. Sa scrivere, sa costruire storie e creare prodotti di narrativa.  La narrativa è anche un prodotto, nella forma di libro lo è. Questo, Smith & Wesson , è mediocre.  Per chi come me ha tanti libri di Baricco nella propria libreria e li ha pure letti ed apprezzati, non si può accontentare di una sceneggiatura come questa, banale sin dal titolo.  Ci sono alcuni passaggi alla Baricco, certo, e ci mancherebbe, ma manca del tutto quella magia, che quando affronti i suoi testi ti prende: leggi, ti fermi un attimo, e poi rileggi, ti fermi, vai avanti così per tutto il libro e quando hai finito di leggerlo ti dispiace e lo riapri, il libro, alla ricerca di quel passo che più ti è piaciuto e poi quell’altro e l’altro ancora, e cerchi di impararli a memoria, li appunti su un pezzo di carta che riponi accanto al letto sul comodino e prima di andare a dormire, ogni tanto li rileggi. Baricco è un sacerdote lai...

Il lato oscuro del cuore di Corrado Augias

Corrado Augias torna al romanzo. Dopo aver dedicato diversi anni alla redazione di saggi, lascia Rizzoli e approda in Einaudi . Non ci ho trovato nel libro “poesia” ma gli intrecci e i dialoghi stuzzicano l’intelletto; Augias dissemina chicche culturali, da fine erudito qual è.  Le schermaglie dialettiche tra Claudia e il suo fidanzato, Corrado, e i dettagliati riferimenti storici, sebbene filtrati dalla necessità romanzesca del testo, sono dei contributi alla conoscenza, un dono che il lettore può assaporare. La forma, puntuale, garbata a tratti ironica, che contraddistingue lo scrittore nel suo eloquio, la si ritrova nel testo scritto e poi se si ha la fortuna di interloquire con Augias e avere la copia autografata del libro, non fa male, anzi. Clara è una psicologa da poco laureata, rimane sveglia fino a tardi a studiare i casi delle grandi isteriche e dei medici che le ebbero in cura: Freud , Jung , Charcot . Wanda è una giovane donna, sposata con un uomo...

L'armata dei sonnambuli di Wu Ming

Sulla rivoluzione francese ci sono montagne di libri, ma in questo romanzo c’è tanto di diverso. Partiamo da quello che non c’è. Non c’è una sistematicità degli eventi, uno snocciolare degli anni come fossero olive, non ci sono tesi ed antitesi, e allora cosa c’è? Una storia, e vi sembra poco? Anzi ci sono delle storie, quelle della plebe rivoluzionaria in nome della quale ogni rivoluzione ha inizio e poi sempre finisce col travolgerla e umiliarla, meno male che questa volta, dalla parte della plebe, si schiera Scaramouche, un uomo in maschera che si aggira sui tetti, l’Ammazzaincredibili. Dicono che sia un italiano. Meno male che c’è Marie Nozière, una sarta e rivoluzionaria, una figura essenziale, tutto il romanzo ruota intorno a lei.  C’è la storia raccontata dal punto di vista di chi la fece, tutto in presa diretta, osserviamo gli avvenimenti accadere. “ Te lo si conta noi, com’è che andò. Noi che s’era in Piazza Rivoluzione. Qualchedun altro te lo conterebbe – e ma...

Pantera di Stefano Benni

Ci sono dei libri che prendi dagli scaffali della libreria senza leggere la quarta di copertina, senza alcuna informazione, perché lo scrittore, in sé, è garanzia; perché da tempo leggi i suoi libri e sai cosa troverai, e la cosa si ripete così da anni.  Sai dell’uscita del libro, vai in libreria, lo compri e torni a casa desideroso di appagare l’astinenza dal piacere; come quando ti appresti ad assaporare un piatto tipico, ne conosci il sapore e quel che ti aspetti è lo stesso gusto, quello di sempre, non è abitudine, no, quella mai, altrimenti non ci sarebbe più piacere. È più voglia di qualcosa che conosci, che sai essere in linea con i tuoi gusti, e che si rinnova ogni volta. Questa volta, caro Benni , mi sono trovato spaesato, non c’erano i soliti personaggi che, benché fantasiosi, riesci a rendere, grazie alla tua maestria di scrittore, veri; non c’erano le invenzioni mirabolanti, gli espedienti letterari, che fanno di te uno scrittore unico, nel panorama italian...

L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio di Murakami Haruki

La sofferenza è il tema dell’ultimo libro di Murakami, e il “pellegrinaggio” che segue la perdita e conduce a se stessi, a ritrovarsi.  Tazaki Tsukuru abita a Nagoya e insieme ai suoi quattro amici, due femmine e due maschi, formano un gruppo affiatato, almeno fino al secondo anno di università, quando riceve una telefonata da Ao, che gli dice di non farsi più sentire e di non cercarli. Da allora non avrà più nessuna notizia dei quattro.

La bellezza dele cose fragili di Taiye Selasi

Leggere questo libro è stato un privilegio.  È un libro d’amore. La storia di una famiglia di origine africana, ma non secondo i canoni occidentali, quelli che siamo abituati a conoscere dai mass media; la scrittrice ha coniato una parola, Afropolitan , per definire i giovani africani colti, creativi, cresciuti in Europa o in America che sono cittadini del mondo; sentono propria la cultura dell’Africa tanto quella dell’Occidente. Taiye Selasi oltre che scrittrice è una fotografa. Nata a Londra, ma cresciuta a Boston (Massachusetts) in una famiglia di accademici. Ha una sorella gemella di nome Yetsa. La madre è una pediatra nigeriana nativa yoruba , mentre il padre è un chirurgo ghanese di etnia ewe . Si è laureata summa cum laude presso l'Università di Yale, per poi continuare gli studi in Inghilterra studiando Relazioni Internazionali all'Università di Oxford. Ha inoltre seguito un laboratorio di sceneggiatura alla Columbia University. Nel libro vi sono deg...

È il tuo giorno, Billy Lynn! di Ben Fountain

Puoi essere il più bravo a calarti nei panni degli altri, avere un indice di empatia elevato ma mai riuscirai a essere l’altro, a percepire ciò che l’altro ha sofferto, ad avvicinarti ai pensieri dell’altro. Eppure, anche quando l’esperienza altrui è lontano da ogni possibile idea di lontano, l’uomo, ogni uomo si sente autorizzato a dire sciocchezze. Il silenzio non è assenza di parole ma esatta conoscenza della parola e del suo dono. La squadra Bravo lo sa bene. Dopo un video postato su You Tube e divenuto virale, che ne riprendeva le gesta eroiche, alla squadra Bravo è concessa una breve pausa dalla guerra in Iraq, due settimane di interviste in tv, visita alla Casa Bianca, comizi e una sola certezza: ritornare in guerra. Il titolo originale del romanzo, Billy Lynn’s Long Halftime Walk , allude alla breve marcia che la squadra Bravo è chiamata a compiere sul campo da gioco, durante l’intervallo della partita dei Dallas Cowboys, culmine del Victory Tour .

Faubourg di Georges Simenon

René De Ritter nato in un faubourg - parola del francese arcaico (sobborgo, periferia), che nel francese moderno è stata sostituita da banlieue - h a abbandonato la sua famiglia e la sua città all’età di 17 anni per arruolarsi nell’esercito, senza fornire, per ventiquattro anni, alcuna notizia di sé.  Ha lottato per sfuggire alla mediocrità del faubourg, della sua famiglia, dei suoi amici, ma all’età di 43 anni accompagnato da Léa, una ragazza che fa la vita, conosciuta un paio di mesi prima in una casa di tolleranza di Clermont-Ferrand e trascinata fin lì con la promessa di far soldi, ritorna in quel posto che l’ha visto nascere.  Vestito di nero con un cappello a larghe tese, che gli dava l’aria di un attore in tournée , René è, adesso, un uomo misterioso, il cognome con cui si presenta non è il suo, negli ultimi vent’anni ha girato il mondo alla ricerca di qualcosa, ma neanche lui sa cosa.

La ragazza di Bube di Carlo Cassola

Il libro ha vinto il premio Strega nel 1960, racconta le vicende di due ragazzi, Mara e Bube,  nei primi anni del dopoguerra. Un tempo lontano dai nostri giorni. Un uso della lingua diverso dal nostro e degli ideali e valori  che, oggi, stentano a resistere, se non nelle vecchie generazioni: le ragazze che osservano la vita dalla finestra di casa; i contatti con i coetanei che avvengono nello spazio angusto del cortile; un'Italia agreste dove fra giovani ci si dà ancora del lei; gli abiti si fanno in casa e il bucato si fa al lavatoio; l'unico svago è un cinema domenicale. Mara la ragazza di Bube reagisce alle avversità con energia e realismo, alla passione subentra in lei un sentimento etico dell’amore, cadenzato dal dovere e dal destino. Il libro racconta fatti realmente accaduti e la vita romanzata di Nada Giorgi, morta all’età di 85 anni nel maggio di due anni fa. Nada non ha mai accettato l’interpretazione che Cassola ha inteso dare della storia, in particola...

Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson

Il libro non è fresco di stampa, lo so, ma i libri si leggono quando se ne ha voglia. Seicentosettantasei pagine che si leggono d’un fiato. Non è un modo di dire. Ho avuto, negli ultimi quattro gironi, una “relazione” di odio e amore con questo libro. Assoluta serenità, quando nel letto, sotto il piumone ne divoravo le parole, e assoluta ansia, quando lontano da casa, pensavo a ciò che avevo letto e che conoscevo, e a cosa mi mancava: le risposte ai tanti indizi che Larsson dissemina nelle pagine.  Il libro non ti lascia tregua, ti assorbe totalmente. Una saga familiare, intrecci sentimentali, segreti, lotte di potere all’interno della famiglia e tra imprenditori, dissidi giornalistici, e poi le donne. Donne molestate, abusate, violentate, costrette a prestazioni sessuali di vario genere. Da parte di estranei ma anche in famiglia. Nella Svezia che tutti tendiamo a idealizzare, come luogo della democrazia e di condizioni paritarie per uomini e donne. Due donne hanno u...

Limonov di Emmanuele Carrère

Il libro è uscito nel 2012, è stato un caso letterario, scelto da "Repubblica" e dal "Corriere della sera", come il miglior libro, ha vinto la XV edizione del premio Malaparte e in Francia il premio Renaudot . È una biografia romanzata su Eduard Limonov , pseudonimo di Eduard Veniaminovich Savenko , scrittore e politico russo che, qualche giorno fa, ha compiuto 71 anni. Prima del bestseller di Emmanuel Carrère, nessuno lo conosceva, se non in Russia. Quando Carrère gli ha chiesto un parere sul libro, ha risposto così: «Non te lo dico. Forse un giorno te lo dirò o forse non te lo dirò mai. È meglio così». 

Il commesso di Bernard Malamud

Ho chiuso il libro, lo tengo fra le mani e penso al giorno in cui iniziai a leggerlo. Quando un libro ti lascia, insieme, la gioia di averlo letto e la tristezza di averlo finito, quello è il segno, per me, di aver letto un gran libro. Poi, se leggendo ci si identifica nei personaggi o si ha la sensazione di poterli incontrare, da un momento all’altro, siamo davanti al cospetto di un capolavoro. Il commesso è un capolavoro. Pubblicato negli Stati Uniti nel 1957 e ripubblicato da Minimum fax nell'ottobre del 2013. È la storia di un bottegaio,  Morris Bober,   di generi alimentari, che deve fare i conti con la crisi del suo piccolo negozio. Nella stessa via, all’angolo, un negozio più grande gli sottrae quasi tutti i clienti; le offerte che i giovani commercianti propongono non possono essere contrastate. Bober non si arrende, è il primo ad alzare la serranda e l’ultimo a chiuderla, ma le cose non vanno per il meglio. Ci si mette anche la salute e una rapina a r...

Il desiderio di essere come TUTTI di Francesco Piccolo

Non era la prima volta che visitava la Reggia di Caserta, ci abitava vicino, e tante domeniche, con qualche parente, era già stato in quei luoghi ma la visione della vasca di Diana e Atteone, in compagnia di tre amici, quel giorno in cui non c’era nessun altro, lo lasciò senza fiato. La sensazione di fare parte del mondo, gli diede euforia e spavento; per la prima volta, anche solo per un istante, comprese cosa gli stava succedendo ma poi svanì: all’età di 9 anni gli sembrò di stare dentro qualcosa di gigantesco. Quel bambino è Francesco Piccolo, oggi affermato scrittore e sceneggiatore. Quest’ultimo libro è l’intreccio, a partire dal 1973, degli anni personali dello scrittore con quelli pubblici dell’Italia; una lente di ingrandimento sugli avvenimenti politici, da Berlinguer: la vita pura, a Berlusconi: la vita impura. È difficile assegnare un genere a questo libro, auto – fiction, che va di moda da qualche anno, potrebbe avvicinarsi. Piccolo sostiene sia un’intenzione...

Libertà di Jonathan Franzen

Non mi piace leggere un libro perché se ne parla tanto. Sapere di milioni di lettori che, in fila davanti alle librerie, attendono una copia dell’ultimo capolavoro dello scrittore X, mi da’ la percezione di essere accerchiato. La lettura è un atto intimo, libero.  Libertà di Franzen è uscito nell’edizione italiana nel 2011. Sono trascorsi dodici anni prima che lo leggessi e tre mesi per finirlo. Di solito in un mese leggo, in media, quattro libri.  Facciamo un po’ di ordine. Franzen dopo Le correzioni, che lo ha reso celebre e gli ha fatto vincere il   National Book Award e il J ames Tait Black Memorial Prize , a distanza di quasi dieci anni, pubblica Libertà . Il New York Times , prima ancora dell’uscita del libro, lo incorona re della letteratura. È il primo scrittore (vivente) a guadagnarsi la cover del prestigioso settimanale a dieci anni da Stephen King . L'ultima, attesissima fatica di Jonathan Franzen , Freedom , scatenò un putiferio di polemiche...

Fine impero di Giuseppe Genna

Uno scrittore che per sopravvivere scrive per delle riviste di moda ha perso tutto.  Quel tutto è niente.  Moda, feste, zio Bubba l'impresario, ragazzi e ragazze nude, disposti a tutto per aver accesso allo show business e il Proprietario, sono i personaggi del nulla, di un mondo collassato e privo di alcun senso, che riflette e come non potrebbe se stesso.  La tragedia personale, la morte della piccola figlia dell'intellettuale, dieci mesi appena, morta a causa di una depressione neonatale, apre e chiude il romanzo: un' insufficienza del desiderio, vitale per l'incapacità di sopportare il peso del mondo, la costringe alla cianosi prima e alla morte poi. Corpi ricercano il desiderio di sé ormai perduto, e lo ritrovano all'interno di un immaginario collettivo, solo pixel, l'unica essenza di realtà nell'irrealtà di un fine impero. Fine impero di Giuseppe Genna Editore: minumum fax Anno di pubblicazione: Giugno 2013 ...

Cecità di José Saramago

Un’epidemia improvvisa rende cieca l’intera popolazione, la cecità si manifesta con una sensazione di bianco assoluto, una nube lattiginosa. Il governo, non conoscendo un rimedio, chiude i primi ciechi e i contagiati in un manicomio dismesso. In quell’edificio dovranno sopravvivere da soli senza alcun intervento dall’esterno, nemmeno per prestare cure o in caso di morte. In queste condizioni si paleserà una regressione, un ritorno allo stato naturale in cui la vita è solo mangiare e dormire, e la conseguenza sarà il degrado, l’abbruttimento e la brutalità: il buio, o meglio, tanta luce da non riuscire più a vedersi e riconoscersi nell’altro.  L’umanità cade nell'oblio o forse, paradossalmente, la cecità disvela, mette in luce quello che realmente è diventata.   Cecità uscito nel 1996 è un’allegoria: «l’incapacità di vedere significa che la vera immagine dell’inferno è proprio il mondo in cui viviamo.». Il libro ha diverse particolarità è ambientato i...

Anatomia della ragazza zoo di Tenera Valse

È un libro che indaga, dissezionando, “la dimora insulsa delle abitudini: la famiglia”.  Una famiglia, tra gli anni sessanta e ottanta, del sud Italia, ammantata (ed era la regola) da una cultura mitico – rivelativa (lo è ancora?) in cui l’essere e l’apparire si identificano e la realtà è immanente. Un Padre totem e tutti i componenti della famiglia che gli girano intorno. Come gli uomini nella caverna di Platone, tutti, nella famiglia, vedono la realtà come rappresentazione fin quando un componente, Alea, per istinto, pensa che il mondo potrebbe non essere come casa sua: una conflagrazione che avrà come conseguenza la ricerca di ciò che è in luce. Alea, il 24 Dicembre del 2001, scompare dall'abitazione dei genitori, la famiglia non sporge denuncia, nessuno la cercherà. Solo Càmila, la sorella, rimane in contatto telefonico a patto di non vedersi mai e non rivelarlo a nessuno.  Il libro è strutturato in capitoli, e i nomi già di per sé valgono il libr...

1Q84 libro 3 Ottobre – Dicembre di Murakami Haruki (Einaudi)

Una storia d’amore che è iniziata con una stretta di mano dei protagonisti, Aomame e Tengo, in una scuola, all’età di dieci anni; un solo attimo, ma che produrrà un sentimento così forte da resistere a tutto e a tutti. In un tempo parallelo, in una realtà in cui in cielo brillano due lune, una grande e luminosa e una più piccola, verdastra. Nei primi due libri Aprile – Settembre, ci vengono raccontate le storie separate dei due protagonisti, i loro punti di vista. Nel terzo libro, la storia, finisce … no, tranquilli, non vi svelo il finale. Però, vi posso dire che, nella narrazione di questo terzo libro, ad Aomame e Tengo si aggiunge un terzo personaggio, Ushikawa, un investigatore privato, esterno al Sakigake, la setta religiosa, il cui leader è stato ucciso da Aomame; che c’è sempre Fukaeri la figlia del leader, la cui storia “la crisalide d’aria” riscritta da Tengo, ha fatto venir meno le voci, e che porterà a termine un compito fondamentale; c’è Komatsu e vivrà un’esper...

Elisabeth di Paolo Sortino (Einaudi)

Josef Fritzl, nel 1984, sequestrò la figlia Elisabeth e la tenne reclusa per ventiquattro anni, generando con lei sette figli. Questo orribile fatto di cronaca è servito a Paolo Sortino, autore esordiente, per costruire una struttura narrativa che indagasse gli abissi dell’animo umano. Elisabeth, editore Einaudi, è un romanzo crudo. Ho avuto bisogno di un periodo di decantazione prima che i concetti, abilmente disseminati dall’autore, venissero allo scoperto. La trama: un abbaglio di abuso all’umanità. Un amore distorto quello di Fritzl che per i diciotto anni della figlia le “dona” un viaggio nel sottosuolo al buio, in un claustrofobico atto di possesso che indurrebbe un’assenza di speranza, ma lo spirito umano riesce sempre a districarsi e ad amalgamare la sua essenza dove non ti aspetteresti. Una storia che è altro rispetto alla realtà, e dove le somigliasse non ne sarebbe una copia perfetta. La finzione letteraria aumenta la realtà, creando un’altra realtà, infat...

La parola

Può capitare che una parola mi ossessiona.  La leggo ovunque; su un articolo di giornale, in un libro, su una rivista, e addirittura l'ascolto dappertutto.  Non è detto che la parola abbia un significato ontologico, anzi il più delle volte è un semplice ensemble di lettere, una accanto all'altra, che per convenzione comunicativa assumono un senso piuttosto che un altro, ma forse per questo, lei, la parola, stanca di essere confusa tra tante, vuole emergere, si manifesta ai miei occhi. Ora non so se ha scelto solo me, e perché in tal caso, ma così è. Alla fine, anche se non lo sono, divento fatalista. E sì, vorrei vedere voi; così all’improvviso vi trovate di fronte, senza alcun apparente motivo, una parola che insiste al cospetto della vostra percezione. Non potete fare a meno di non vederla e ascoltarla. Come una mosca, anche se la scacciate con ben più corposi pensieri, lei, la parola, ritorna. E allora iniziano le elucubrazioni, gli agganci simbolici...