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Visualizzazione dei post da marzo, 2014

Faubourg di Georges Simenon

René De Ritter nato in un faubourg - parola del francese arcaico (sobborgo, periferia), che nel francese moderno è stata sostituita da banlieue - h a abbandonato la sua famiglia e la sua città all’età di 17 anni per arruolarsi nell’esercito, senza fornire, per ventiquattro anni, alcuna notizia di sé.  Ha lottato per sfuggire alla mediocrità del faubourg, della sua famiglia, dei suoi amici, ma all’età di 43 anni accompagnato da Léa, una ragazza che fa la vita, conosciuta un paio di mesi prima in una casa di tolleranza di Clermont-Ferrand e trascinata fin lì con la promessa di far soldi, ritorna in quel posto che l’ha visto nascere.  Vestito di nero con un cappello a larghe tese, che gli dava l’aria di un attore in tournée , René è, adesso, un uomo misterioso, il cognome con cui si presenta non è il suo, negli ultimi vent’anni ha girato il mondo alla ricerca di qualcosa, ma neanche lui sa cosa.

La ragazza di Bube di Carlo Cassola

Il libro ha vinto il premio Strega nel 1960, racconta le vicende di due ragazzi, Mara e Bube,  nei primi anni del dopoguerra. Un tempo lontano dai nostri giorni. Un uso della lingua diverso dal nostro e degli ideali e valori  che, oggi, stentano a resistere, se non nelle vecchie generazioni: le ragazze che osservano la vita dalla finestra di casa; i contatti con i coetanei che avvengono nello spazio angusto del cortile; un'Italia agreste dove fra giovani ci si dà ancora del lei; gli abiti si fanno in casa e il bucato si fa al lavatoio; l'unico svago è un cinema domenicale. Mara la ragazza di Bube reagisce alle avversità con energia e realismo, alla passione subentra in lei un sentimento etico dell’amore, cadenzato dal dovere e dal destino. Il libro racconta fatti realmente accaduti e la vita romanzata di Nada Giorgi, morta all’età di 85 anni nel maggio di due anni fa. Nada non ha mai accettato l’interpretazione che Cassola ha inteso dare della storia, in particolar

Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson

Il libro non è fresco di stampa, lo so, ma i libri si leggono quando se ne ha voglia. Seicentosettantasei pagine che si leggono d’un fiato. Non è un modo di dire. Ho avuto, negli ultimi quattro gironi, una “relazione” di odio e amore con questo libro. Assoluta serenità, quando nel letto, sotto il piumone ne divoravo le parole, e assoluta ansia, quando lontano da casa, pensavo a ciò che avevo letto e che conoscevo, e a cosa mi mancava: le risposte ai tanti indizi che Larsson dissemina nelle pagine.  Il libro non ti lascia tregua, ti assorbe totalmente. Una saga familiare, intrecci sentimentali, segreti, lotte di potere all’interno della famiglia e tra imprenditori, dissidi giornalistici, e poi le donne. Donne molestate, abusate, violentate, costrette a prestazioni sessuali di vario genere. Da parte di estranei ma anche in famiglia. Nella Svezia che tutti tendiamo a idealizzare, come luogo della democrazia e di condizioni paritarie per uomini e donne. Due donne hanno un ru