Il libro ha vinto il premio Strega nel 1960, racconta le vicende di due ragazzi, Mara e Bube, nei primi anni del dopoguerra. Un tempo lontano dai nostri giorni. Un uso della lingua diverso dal nostro e degli ideali e valori che, oggi, stentano a resistere, se non nelle vecchie generazioni: le ragazze che osservano la vita dalla finestra di casa; i contatti con i coetanei che avvengono nello spazio angusto del cortile; un'Italia agreste dove fra giovani ci si dà ancora del lei; gli abiti si fanno in casa e il bucato si fa al lavatoio; l'unico svago è un cinema domenicale.
Mara la ragazza di Bube reagisce alle avversità con energia e realismo, alla passione subentra in lei un sentimento etico dell’amore, cadenzato dal dovere e dal destino. Il libro racconta fatti realmente accaduti e la vita romanzata di Nada Giorgi, morta all’età di 85 anni nel maggio di due anni fa. Nada non ha mai accettato l’interpretazione che Cassola ha inteso dare della storia, in particolare la verità storica di Renato Ciandri, Bube nel romanzo, e nel 2006 affidò a Massimo Biagioni, scrittore toscano, che raccolse la testimonianza diretta di Nada, documenti, foto inedite e la sua verità, dichiarando che finalmente era stata fatta giustizia ed era stato reso onore all'immagine del suo amato 'Bube'.
Nel romanzo è espressa la voglia di un rinnovamento sociale, ma anche la delusione che, dai propositi alla realtà, gli sforzi intrapresi da parte della Resistenza siano stati fallimentari, in particolare nella sua componente comunista. Vi è certamente una dimensione storica e sociale, nel romanzo, vengono citati la scissione di Livorno, il referendum per decidere tra Monarchia e Repubblica, e le elezioni politiche del 1948 ma il nocciolo del libro è tutto nelle vicende intime di Mara; la sua crescita individuale e psicologica.
Da sedicenne, Mara, che ha come più alto desiderio vestiti e scarpe nuove, pian piano, le esperienze la cambiano, diventa una persona matura, segnata dal cammino del dolore:« È cattiva la gente che non ha provato dolore. Perché quando si prova il dolore, non si può più voler male a nessuno».
Dal punto di vista letterario, sebbene vi siano i tratti che, in quegli anni, caratterizzano la narrativa neorealista, lo stesso Cassola, pur vivendo in pieno quel tempo, non ne accettò la poetica e a proposito scrisse: «Mi ritengo uno scrittore realista nel senso che amo la realtà e non desidero evaderne. Nel senso che amo il mio tempo. Nel senso che non ho una mia mitologia o se la ho, è una mitologia legata al mondo moderno. Se poi mi ci si vuole proprio appiccicare un'etichetta, allora mi si appiccichi quella di sublimare. Qualsiasi altra, la rifiuto».
La ragazza di Bube di Carlo Cassola
Editore: Mondadori
Collana: Oscar
Anno di pubblicazione: 2013
Anno di pubblicazione edizione originale:1960 (Einaudi)
Pagine: 219
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