Questo libro ci
restituisce le narrazioni d’esperienza di chi ha partecipato a un cantiere
socianalitico che si è interessato alle modalità con cui l’impero virtuale cerca di costruire una
capacità egemonica sul mondo del lavoro.
I lavoratori di diversi
settori, sanitario, istruzione, giuridico, servizi, trasporti ecc.. hanno raccontato
la loro esperienza di lavoro; il radicale cambiamento del lavoro ma più
profondamente il proprio rapporto con gli strumenti digitali che mediano l’attività
lavorativa.
Il libro ci invita a
riflettere su questo processo in atto da tempo, l’impatto delle nuove
tecnologie sul mondo del lavoro e il disorientamento dei lavoratori. “Io sono l’Automa”,
così si è presentato a una visita medica obbligatoria, un lavoratore Acea di Roma.
“ In che senso, scusi?” gli ha chiesto la dottoressa. E lui, con un tono
angosciato: ”Nel senso che ormai non sono più una persona, il tablet personale
mi comanda come un robot; nel senso che mi sento un automa, gli presto le mani
è vero, ma per il resto quasi non decido più nulla; nel senso che questi ci
pilotano…
Siamo immersi in un
cambiamento sociale, e i più non ne sono consapevoli. “Nel Grande
imprigionamento digitale – a differenza dei totalitarismi che hanno afflitto il
secolo passato – sono i nostri “dati” e i nostri “profili” che vengono
rastrellati, deportati e internati mentre i nostri corpi vengono lasciati “liberi”
di imbrigliarsi ulteriormente nella Rete affinché possano contribuire
incessantemente a produrre gratuitamente ulteriori aggiornamenti.”
Il libro si conclude indicandoci
quattro pericolose tendenze digitali: l’autismo digitale, l’obesità
tecnologica, l’ethos della quantità, lo smarrimento dei limiti.
Editore: Sensibili alle foglie
Anno di pubblicazione: 2016
Pagine: 144
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