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Visualizzazione dei post con l'etichetta Campiellathon

La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin di Enrico Ianniello

Enrico Ianniello è un attore, ha conquistato il grande pubblico interpretando il commissario Vincenzo Nappi nella serie tv di Rai uno “ Un passo dal cielo ”.   La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin è il suo primo libro, finalista al Bancarella e vincitore del premio Campiello opera prima , inoltre, la copertina gialla della sua opera prima ha vinto la medaglia d’oro della New York Society of Illustrator .   Isidoro, che non si è sempre chiamato Sifflotin, alla nascita invece di piangere come fanno tutti i bambini ha fischiato. Il suo modo naturale di comunicare non è la parola ma il fischio, anzi l’urlafischio. Scopre di avere questo dono quando, un giorno, nella consueta passeggiata con il padre dall’altro lato del marciapiede sente un merlo fischiare, si avvicina, e inizia a imitarlo. Il merlo, Alì, diventa suo amico e in seguito il suo procuratore, perché Isidoro tra le tante esperienze straordinarie accompagnerà, fischiando, un cantante di Matt...

Cade la terra di Carmen Pellegrino

Estella è ritornata in paese, ha abbandonato il convento e la promessa di farsi monaca, è arrivata d’inverno con la neve alta, preceduta da Gedeone, un cane, insieme sono entrati in chiesa, lì le suore, arrivate da Napoli, l’hanno spogliata. Ogni anno organizza una cena, ad Alento, nella casa De Paolis, dove per tanti anni è stata istitutrice del piccolo Marcello, per chiamare alla luce da un mondo perduto gli abitanti di Alento, un paese che a causa di una frana piano piano è stato abbandonato, e i suoi abitanti ormai morti: “… , nessuno fra i morti se ne va completamente, così come tra i vivi nessuno ci sarà mai del tutto.” “Una storia di esclusione, senza dubbio, ma anche di vite dissipate, trascorse senza gridi, senza gesti.” Alento, paese immaginario, è lo scenario del libro, rappresenta tanti luoghi abbandonati della nostra Italia. Estella è la memoria che attraverso la parola cerca la via per un altro destino, perché nulla finisce: “Se la morte è venuta, ...

Il tempo migliore della nostra vita di Antonio Scurati

Nel 2011 viene ritrovata la lettera con la quale Leone Ginzburg l’8 gennaio 1934 aveva detto “no” al fascismo. Questa notizia è la scintilla scatenante che porterà Scurati a decidere di raccontare la storia di quel grande uomo. Pronunciando quel “no”, Ginzburg, determinerà necessariamente il suo destino. Giovane intellettuale, da pochi mesi libero docente di letteratura russa, aveva tenuto il suo primo corso, quando prese la carta e la penna e scrisse al preside della facoltà di lettere, Ferdinando Neri, che pochi mesi prima era stato il suo relatore, per esprimere il suo dissenso ad aderire al fascismo. P ensare ai venticinque anni di quegli uomini straordinari, f a venire i brividi. Pensare a Ginzburg e ai tredici professori ordinari di università statali che si rifiutarono apertamente perdendo così la cattedra, la pensione e lo stipendio, fa venire i brividi; per molto meno non si riesce a mantenere la schiena diritta. V ale la pena ricordare quei tredici uomini: ...