Nel
2011 viene ritrovata la lettera con la quale Leone Ginzburg l’8
gennaio 1934 aveva detto “no” al fascismo. Questa notizia è la
scintilla scatenante che porterà Scurati a decidere di raccontare la
storia di quel grande uomo.
Pronunciando
quel “no”, Ginzburg, determinerà necessariamente il suo destino.
Giovane intellettuale, da pochi mesi libero docente di letteratura
russa, aveva tenuto il suo primo corso, quando prese la carta e la
penna e scrisse al preside della facoltà di lettere, Ferdinando
Neri, che pochi mesi prima era stato il suo relatore, per esprimere
il suo dissenso ad aderire al fascismo.
Pensare
ai venticinque anni di quegli uomini straordinari, fa
venire i brividi. Pensare
a Ginzburg e ai tredici professori ordinari di università statali che
si rifiutarono apertamente perdendo così la cattedra, la pensione e
lo stipendio, fa
venire i brividi;
per molto meno non si riesce a mantenere la schiena diritta. Vale
la pena ricordare quei tredici uomini: Ernesto Bonaiuti, Mario
Carrara, Gaetano De Sanctis, Giorgio Errera, Giorgio Levi Della Vida,
Fabio Luzzato, Piero Martinetti, Bartolo Nigrisoli, Enrico Presutti,
Francesco e Edoardo Ruffini, Lionello Venturi e Vito Volterra.
Questo
libro è il racconto rigoroso di quegli anni. Scurati ha narrato la
vita di Ginzburg attenendosi esclusivamente alle fonti scritte e
documentate.
Accanto
alla gloriosa vita di Leone Ginzburg a cui dobbiamo tra
l'altro
la nascita della case editrice Einaudi, Scurati ha narrato anche la
storia comune, quella che non viene riportata nei libri di storia ma
che è parte della Storia.
Accanto alla storia straordinaria, quella ordinaria dei suoi nonni.
Accosta ai grandi eventi i piccoli fatti della sua gente, Scurati, ma
lo fa (questo quello che mi è piaciuto di meno) senza alcun
slancio evocativo, ma forse quando si narrano gli anni della
resistenza non occorrono altre parole che i fatti, nessun artificio
letterario, nessuna struttura complessa ma solo gli eventi crudi:
quegli uomini che hanno determinato la Storia con le loro decisioni
non necessitano di involucri formali, la sostanza della loro
straordinarietà è elemento narrativo più che sufficiente.
Editore: Bompiani
Collana: Letteratura italiana
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine 272
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