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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

Via Ripetta 155 di Clara Sereni

Un libro autobiografico. Clara Sereni si racconta e ci racconta il periodo che va dal 1968 al 1977, dall’arrivo nella casa di via Ripetta 155 al trasloco nella nuova casa in via Monteverdi. Una storia personale e la Storia dell’Italia, una fotografia della mutazione, la propria e quella del Paese. Alcuni anni della sua vita, dall’abbandono della casa di famiglia, per liberarsi dalla gabbia e da un padre ex dirigente del PCI, rigido, autorevole, lontano dal mondo che gli occhi giovani della figlia vedevano, e gli anni in cui c’era chi, lei, non stava “ con lo Stato, non con le Brigate Rosse, non con l’Autonomia, non con i provocatori quali fossero: solo con noi stessi. ”. Il libro è il racconto di una generazione che è difficile classificare, se non con superficialità definendoli quelli del ’68. Questo libro è un tassello in più per capire meglio quegli anni, così come lo è stato il libro di Francesco Piccolo “ Il desiderio di essere come tutti ” che lo scorso anno ha v

La sposa di Mauro Covacich

Diciasette racconti, alcune storie vere da sembrare finte e alcune storie finte da sembrare vere. Personaggi protagonisti in una storia diventano comparse nelle altre. Elementi di cronaca quotidiana o la sua biografia o semplici pensieri, che Covacich mescola rappresentando l’opera umana.   La sposa, il primo racconto che dà il titolo al libro, è Pippa Bacca : era un’artista triestina e nel 2008 decise di fare un lungo viaggio in autostop vestita con l’abito nuziale, quella fu l’ultima performance, l'uomo che le diede un passaggio la violentò e la uccise.   Un continuo passare dalla realtà, il processo di Cogne , la morte di un cantante dimenticato di Sanremo ( Alessio Bono ), alla finzione, l'uomo che sussurrava ai lupi e quello che partecipa ad inquietanti safari umani.  Il male è dentro ognuno di noi ma « ogni volta che facciamo qualcosa con cura distruggiamo il male che è in noi ».   Un mondo che ha perso l’essenza delle cose per abbandonarsi in una c

Io leggo perché mio padre mi ha regalato un libro

Oggi è la giornata mondiale del libro. Leggere è naturale per me, è necessario come respirare. Leggere è la vitamina della crescita per un bambino e il potente antidoto alla durezza della vita per l’adulto. Un libro apre la porta alla bellezza, alla diversità, ci dà la possibilità di conoscere le idee degli altri e di rafforzare le nostre, alcune volte e altre volte di cambiarle. Un libro ci fa ridere, sognare, vedere luoghi del passato, del futuro, reali o di fantasia. Un libro ci fa piangere, ci fa conoscere l’orrore, ci mette di fronte a noi stessi e alle nostre paure, scava nel nostro inconscio. Un libro ci fa conoscere anche quello che non sapevamo di noi, ci aiuta a trovare delle risposte, altre volte aggiunge solo domande. Leggere un libro forma il nostro essere, la nostra individualità, accresce il senso critico. Leggere è un atto solitario, ma quando leggo, non sono solo, sono solo con un libro. Quando qualcuno mi domandava perché leggi, non riuscivo a dare

La ferocia di Nicola Lagioia

Il 16 aprile il comitato direttivo del Premio Strega ha selezionato i dodici libri che si disputeranno la sessantanovesima edizione. Tra quei libri c’era “ La ferocia ” di Nicola Lagioia . Non avevo letto ancora nulla di Lagioia ma da qualche tempo era nella lista dei desideri. Ho letto La ferocia in due giorni. È accaduto, e per fortuna alcune volte capita, di stare con il libro in mano per ore, divorare le parole, e quando non potevo fare a meno di allontanarmi, la mente ritornava al libro, alle ultime parole lette, l’immaginazione proponeva possibili sviluppi della trama e una voglia di rimettere le mani e gli occhi su quelle parole. Il suicidio di una giovane donna, Clara Salvemini , secondogenita della famiglia più influente di Bari, è il filo conduttore di questo noir. Michele , il fratellastro, il disadattato, l’inutile “idiota”, con il quale la ragazza aveva un forte legame, sarà l’unico a non credere alla verità ufficiale, afferrerà quel filo e ci condurrà fino

Il Regno di Emmanuel Carrère

Il nuovo libro di Emmanuele Carrère, pubblicato da Adelphi, la stessa casa editrice di Limonov , è anch’esso un “ oggetto narrativo non identificato ”. Da qualche anno questi oggetti narrativi, che sono un non genere, sempre più, occupano gli scaffali delle librerie, e sono oggetti di discussione. Il libro di Carrère racconta la fede, la sua, conquistata e persa, e la fede delle origini, la nascita e la diffusione del Cristianesimo. Un libro che ha richiesto sette anni di lavoro, di ricerca interiore e sui testi, di studio delle scritture e dei suoi quaderni scritti nel periodo della conversione, che riempiva con commenti al Vangelo di Giovanni. Carrère è un maestro della narrazione della storia degli altri, sue sono tante biografie, e anche questa volta il lavoro che ci ha donato è un capolavoro.  “Ho idea”, scrive Carrère, “che quando questo libro uscirà qualcuno mi chiederà: «Ma insomma, alla fin fine, lei è cristiano o no?».“. Risponde alla domanda, anche se