Passa ai contenuti principali

Non luogo a procedere di Claudio Magris



Nei romanzi storici realtà e finzione si alternano, si mischiano; accade anche nell’ultimo libro di Magris. Il protagonista, che non viene mai nominato, è ispirato a Diego de Henriquez, nome poi italianizzato in Diego de Enriquez, fu uno studioso e collezionista triestino di cimeli soprattutto bellici.  Enriquez fu un archivista della guerra, non perché amava i suoi orrori, ma, al contrario riteneva la pace il bene sommo dell’umanità, convinto che il Museo Centro internazionale abolizione guerre e per la fratellanza universale e per l’abolizione del male e della morte dal passato e dal futuro, a mezzo dell’invenzione del tempo quale conseguenza dello svincolamento dallo spazio-tempo”, potesse essere un potente modo per ricordarlo.

Il Museo venne realizzato dopo la sua morte, avvenuta in circostanze misteriose il 2 maggio 1974, durante un incendio notturno sviluppatosi in uno dei suoi depositi. Diverse sono state le inchieste ma non hanno portato da nessuna parte; si passerà presto dall'ipotesi accidentale a quella dolosa ed i motivi saranno vari, si andrà dal fatto che in quel luogo vi era l'interesse di realizzare interventi edilizi all'ipotesi dell'incendio doloso dovuto alla sue conoscenze o perché, in relazione alla strategia della tensione in essere, era venuto a conoscenza di informazioni pericolose. Lo studioso aveva raccolto negli anni anche un’infinità di documenti di argomento storico; le testimonianze che raccoglieva dalle persone con le quali parlava ed anche le scritte murali che lo colpivano, comprese quelle che trovava nei gabinetti pubblici. Questi taccuini sono noti come i suoi “diari”: ed in essi ricopiò anche le scritte sui muri della Risiera di San Sabba, l’unico lager nazista in Italia dove, in una vecchia fabbrica rossastra e nerastra alla periferia di Trieste, funzionò, tra il 1943 e il 1945, un forno crematorio, dove furono gasati con il Zyklon B migliaia di partigiani italiani e jugoslavi, ebrei, antifascisti e molti altri furono torturati, sgozzati, uccisi a colpi di mazza sulla nuca. 

L’altra voce narrante, oltre a quella del professore, è quella di Luisa, personaggio di fantasia; la giovane donna incaricata di allestire il museo con i cimeli sopravvissuti, gli ordigni, i libri, i fogli vergati dallo scomparso. Luisa è nipote di una donna incenerita a San Sabba, figlia di una ebrea e di un sergente afroamericano che ha partecipato all’occupazione di Trieste.

Oltre alla storia del Museo e del suo ideatore ci sono altre storie: gli eccidi nazisti nei Balcani, la tratta degli schiavi africani, le guerre tribali dei Chamacoco e dei Caribi.
Un libro complesso, pieno di riferimenti a personaggi reali e ad avvenimenti realmente accaduti. Un libro che è fonte di conoscenza, forse si è lasciato poco spazio alla letteratura; ho trovato poco avvincenti i personaggi e poco attraente la scrittura: non ho mai avuto quella voglia irrefrenabile di tornare a casa e riprendere a leggere il libro.



Editore: Garzanti

Anno di pubblicazione: 2015

Pagine: 368

Commenti

Post popolari in questo blog

Mare al mattino di Margaret Mazzantini

E’ la storia di due donne dei loro figli e di due Paesi ora amici ora nemici. Angelina ha vissuto per quarant’anni a Tripoli, a seguito del piano di colonizzazione del governatore Italo Balbo che portò decina di migliaia di Italiani in Libia, ma ben presto il deserto trasformato in orti diventò teatro di guerra e, la scoperta del petrolio ha mutato definitivamente il territorio, la società, l’economia e gli equilibri internazionali. La famiglia di Angelina cacciata dalla Libia quando arrivò in Italia erano gli anni settanta; un periodo di intense lotte politiche che sfociarono nell’estremismo. Sono gli anni del terrorismo e delle tante stragi ancora oggi senza nessun colpevole. In questo clima i tripolini erano soli, non c’era tempo da dedicare a queste famiglie. Oggi Angelina ha un figlio “ Vito guarda il mare. Sua madre un giorno gli ha detto devi trovare un luogo dentro di te, intorno a te. Un luogo che ti corrisponda .” Jamila è una madre ragazzina che fugge dalla guerra nel s

Nel mondo a venire di Ben Lerner

Nel numero del « New Yorker » uscito il 18 giugno 2012 è stato pubblicato il racconto The Golden Vanity firmato Ben Lerner , in cui un narratore in terza persona riporta le vicende di uno scrittore che deve affrontare un’operazione ai denti ed è indeciso se usare un’anestesia parziale o totale. Nel mondo a venire Ben, il protagonista, è un poeta che ha esordito da poco nella narrativa con un libro che ha raggiunto un inaspettato successo di critica. H a scoperto di avere una malformazione cardiaca, riceve la richiesta di donare il suo sperma per un’inseminazione artificiale da Alex, la sua migliore amica, che lo ritiene capace a livello genetico e pratico di essere un padre. “ Ti ho scelto per e non malgrado i tuoi difetti , ” gli dice Alex “ una nuova strategia di accoppiamento per le donne del nuovo millennio la cui priorità è tenere alla larga i più disastrosi padri, non formare una famiglia nucleare .”  riflette il protagonista che intanto butta giù un racconto, in

LIBERTA'

Tra le gabbie del dovere, il tarlo,  succhia voluttuoso  l’anima dispersa. Dondola l’idea di fuggire, tra le pieghe del volere, spossata dal lungo, sordo,  pungolo ormai insostenibile nell'immemore ricordo. Brivido, accarezza il Verbo che fu e ora soggiace nelle tenebre in visibili,  che l' oscurano.