Una storia d’amore che è iniziata con una stretta di mano dei protagonisti, Aomame e Tengo, in una scuola, all’età di dieci anni; un solo attimo, ma che produrrà un sentimento così forte da resistere a tutto e a tutti. In un tempo parallelo, in una realtà in cui in cielo brillano due lune, una grande e luminosa e una più piccola, verdastra. Nei primi due libri Aprile – Settembre, ci vengono raccontate le storie separate dei due protagonisti, i loro punti di vista. Nel terzo libro, la storia, finisce … no, tranquilli, non vi svelo il finale.
Però, vi posso dire che, nella narrazione di questo terzo libro, ad Aomame e Tengo si aggiunge un terzo personaggio, Ushikawa, un investigatore privato, esterno al Sakigake, la setta religiosa, il cui leader è stato ucciso da Aomame; che c’è sempre Fukaeri la figlia del leader, la cui storia “la crisalide d’aria” riscritta da Tengo, ha fatto venir meno le voci, e che porterà a termine un compito fondamentale; c’è Komatsu e vivrà un’esperienza spiacevole; Tengo andrà nel paese dei gatti e ne uscirà; Aomame, dal suo appartamento, la sera, guarderà in un parco per bambini uno scivolo; ci sono i Little people e continueranno a costruire crisalidi; e ci sono la mother e la daughter ; sulla tangenziale numero 3 il traffico è sempre congestionato…
In conclusione si può dire che Murakami come un maratoneta, per altro sport che pratica, non lascia nulla al caso e ogni elemento viene spremuto fino al limite, qualche concetto deve essere ripetuto per fissarlo bene nella mente ma, per quanto si possa credere di aver appreso tutto, c’è nella narrazione qualcosa che ti sorprende e, soprattutto come lo scrittore citando Cechov nel primo libro ci diceva, «Lo scrittore non è una persona che risolve i problemi, ma che li pone». Be’ alla fine, di questa esperienza di lettura, molti saranno gli interrogativi suggeriti da Murakami, pronti per essere meditati: l’amore, il tempo, la memoria, la conoscenza, la morte…
1Q84 di Murakami Haruki
Editore: Einaudi
Collana: Supercoralli
Anno di pubblicazione: 2012
Traduzione: Giorgio Amitrano
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