Un’epidemia improvvisa rende
cieca l’intera popolazione, la cecità si manifesta con una sensazione di bianco
assoluto, una nube lattiginosa. Il governo, non conoscendo un rimedio, chiude i
primi ciechi e i contagiati in un manicomio dismesso. In quell’edificio
dovranno sopravvivere da soli senza alcun intervento dall’esterno, nemmeno per
prestare cure o in caso di morte. In queste condizioni si paleserà una
regressione, un ritorno allo stato naturale in cui la vita è solo mangiare e
dormire, e la conseguenza sarà il degrado, l’abbruttimento e la brutalità: il buio, o meglio, tanta luce da non riuscire più a vedersi e riconoscersi nell’altro.
L’umanità cade nell'oblio o forse, paradossalmente, la cecità disvela, mette in luce quello che realmente è diventata.
Cecità uscito nel 1996 è un’allegoria:
«l’incapacità di vedere significa che la vera immagine dell’inferno è proprio
il mondo in cui viviamo.».
Il libro ha diverse
particolarità è ambientato in un non tempo e in un non luogo, dei personaggi
non conosceremo i loro nomi ed è scritto utilizzando come punteggiatura solo il
punto e la virgola.
Cecità di José Saramago
Editore: Feltrinelli
Collana: Univerale Economica
Pagine: 276
Titolo originale: Ensaio sobre a cegueria
Traduttore: Rita Desti
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