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Visualizzazione dei post da ottobre, 2011

Adotta una parola

C’è chi le usa con verbosità, chi con parsimonia, chi, perché le ha ascoltate e le ripete e, chi ne conosce profondamente il significato; sono le parole. Ogni anno tante cadono in disuso sostituite da neologismi, anglicismi …, prima che sia troppo tardi e che vadano perdute per sempre alcuni “eroi” hanno pensato di mobilitarsi in favore della lingua italiana. La Società Dante Alighieri , in accordo con quattro dizionari ( Devoto – Oli ; Garzanti ; il Sabatini Colletti ; lo Zanichelli ) e con il supporto di “ Io Donna ” e “ Corriere.it ” ha lanciato la campagna " Adotta una parola " , il fenomeno è già presente in Spagna dal 21 aprile 2007 con il nome “ Reserva de paraules ” e in Inghilterra se ne occupa l’Oxford English Dictionary con il titolo “ savethewords ”. Per custodire una parola occorre andare qui e poi scegliere la parola da adottare tra quelle proposte dai quattro vocabolari, indicare la motivazione della scelta e la sua citazione preferita, sottoscrivere una di

Bar sport

Venerdì 21 ottobre esce nelle sale Bar Sport tratto dal romanzo di Stefano Benni , il suo primo libro pubblicato da Arnoldo Mondadori Editore nel 1976 . Il libro mi ha fatto ridere molto, Stefano Benni è uno dei pochi scrittori insieme a Daniel Pennac , che ci riesce, ma non solo questo è uno che riesce a raccontare storie … si ma il film?  … quando finisci di leggere un libro di Benni hai sempre voglia di rileggerlo. Il bar è una realtà italiana straordinaria e, lui è riuscito a descriverla perfettamente: gli arredi; i personaggi; le situazioni … si ma il film? … il libro finisce per forza con l’essere anche un romanzo storico, nel senso che descrive cose che non ci sono più in un bar attuale: il telefono, il flipper per esempio, ma tante situazioni e personaggi c’erano ci sono e forse ci saranno per sempre; la Luisona la decana delle paste, il tecnico da bar il “tennico”; il bimbo del gelato; il Cinno il ragazzo di bar altrimenti detto fattorino; il nonno ed il playboy ecc.

Cosa vuoi fare da grande?

C’era Spillo, Naomi e Kenny. Era il 1979. Spillo, che in realtà si chiamava Stefano, aveva sempre il pallone sotto il braccio. Era felice solo se giocavamo a pallone,  quando perdeva l’afferrava con le mani tozze e se ne andava senza salutare. Naomi, cioè Piera, aveva sempre una piccola borsa, a tracolla rossa, che non mollava mai; tornava a casa ogni mezz’ora per cambiarsi. Luigi abitava nei palazzi nuovi, dopo la curva, vicino all’edicola. Ogni pomeriggio, scendeva giù da noi - ci radunavamo di fronte la pensilina della fermata dell’autobus - con la sua bmx, quasi sempre senza freni, i pantaloni strappati, all’altezza delle ginocchia, che lasciavano intravedere la carne viva e rossa, perché in curva si piegava, diceva lui, alla Kenny Roberts. E poi c’ero io, Giuseppe, senza soprannome: non avevo le idee chiare su cosa volevo fare da grande.  Ogni anno, il giorno del mio compleanno, nel momento della foto con i miei amici, e prima di spegnere le candeline, si ripete

Non tutti i bastardi sono di Vienna

“ Ti ho preso bastardo! ”, dice don Lorenzo , uno dei personaggi del romanzo a pagina 287, svelando il perché del titolo.  La storia è ispirata ad alcuni fatti realmente accaduti, narrati nel Diario dell’invasione di Maria Spada  prozia dell’autore Andrea Molesini , al suo primo romanzo, edito da Sellerio , vincitore del XLIX Premio Campiello . Tra il 9 novembre 1917 e il 30 ottobre 1918 la famiglia Spada , verso la fine della Prima Guerra Mondiale, dopo la battaglia di Caporetto , diventa prigioniera in casa propria degli austriaci. Narrata in prima persona da Paolo Spada un diciassettenne orfano che nell’ultimo anno della Grande Guerra conosce l’amore e la morte, mentre l’Italia sconfitta prepara la riscossa, la storia è arricchita da altri personaggi: nonno Guglielmo , cinico e dispensatore di sentenze,   nonna Nancy , “ a dispetto dei suoi settant’anni ” una donna colta e ardita, “ fra noi e questa gente voglio un fossato fatto di labbra serrate e di sguardi sco

Fahrenheit 451

E’ stato il primo libro che ho letto appartenente al genere, che ho scoperto dopo tempo, chiamarsi distopico ; poi, affascinato da queste storie non ho più smesso;  “  Il Mondo Nuovo  ” di Huxley,  “  La fattoria degli animali  ” e “  1984  ” di Orwell,  “  Il signore delle mosche  ” di Golding ...  451 è il numero che ha sull’elmetto Montag il protagonista del romanzo di Ray Bradbury , “ … l' uomo degli incendi il pirofilo  ”  -  come gli dice Clarisse la vicina di casa “ un po' stramba  ” -  fa parte del corpo dei vigili del fuoco, il cui compito non è quello di spegnere gli incendi ma di appiccarli .  Per Montag è un bel lavoro “ i l lunedì bruciare i luminari della poesia, il mercoledì Melville, il venerdì Whitman , … ” perché leggere è contro legge. Ma poi succede qualcosa, “  la stramba ” una sera gli chiede “ fissandolo piena di curiosità e di stupore: "Siete felice? ” questa banale domanda lentamente  cambiò il pompiere e quando per caso legge una poesia, da pe

Haiku 1

Due colori io, calpésto veloce le foglie e la terra.

Steve Jobs, della vita della morte e dei profeti

E’ morto a 56 anni, Steve Jobs . Perché per un uomo che non è un parente, un vicino di casa, un conoscente, tanti, oggi almeno per un attimo gli dedicano un pensiero?  Non ha che fare con quanti soldi ha accumulato, con la fama, con i prodotti che tanti di noi hanno in casa o in tasca, non credo, non può essere, forse riusciamo a percepire che lui ce l’ha fatta, ha trovato la sua strada e l’ha percorsa con gioia, esprimendosi al meglio. E’ questa l’unica cosa che conta: spesso ci affanniamo a “vivere la vita di un altro” ma ogni essere è un unicum, possiamo conoscere l’intero universo, ma fin quando non ci soffermiamo per esplorare il nostro “io” e non ci impegniamo a mettere in pratica l’esortazione “ conosci te stesso” ci sarà sempre qualcosa che ci manca che, non ci soddisfa. La sfida è con noi stessi, ogni giorno; la “verità”  non è immensa non è lontana non si trova nel passato o nel futuro è qui adesso: fermati, smettila di rincorrere gli altri, ascolta il tuo respiro e senti

E niente!

E niente, mi sveglio la mattina presto, faccio colazione guardo l’orologio, una doccia veloce, guardo l’orologio,  mi vesto e, penso: io non lavoro! E niente, all’inizio è anche bello; svegliarsi più tardi, stare nel letto soprattutto quando piove, dedicarsi ai propri hobby, ma dopo un po’ penso: io non lavoro! E niente, devo inventarmi qualcosa, occupare il tempo ma soprattutto la mente; leggo e, lo faccio più del solito, cinque libri al mese, alcune volte sei. Ma la sera dopo aver poggiato il libro sul comodino e prima di spegnere la luce penso: io non lavoro! E niente, devo uscire, fare sport e lo faccio, organizzo una partita a calcetto; funziona, non penso, ma dopo sotto la doccia, qualcuno urla ancora martedì altri tre giorni di lavoro! E niente, penso: io non lavoro! Non sarebbe male, se non fosse che, per uscire ho bisogno della macchina, la benzina è aumentata, tutti i parcheggi sono a pagamento, e, poi questo mese scade l’assicurazione, il mese prossimo, si sposa