Quest’anno non riesco a fare una classifica, troppi sono i libri che, per fortuna, ho letto e mi hanno entusiasmato. Ci sono libri che, in qualche maniera, direttamente o indirettamente, aprono una riflessione nell’immenso mondo delle religioni; argomento attuale che non può essere liquidato attraverso esternazioni istintive, di pancia, o attraverso l’isterismo del contingente.
Le cose sono complesse e un buon libro aiuta a riflettere senza lasciarsi condizionare dal vento della paura.
Poi ci sono dei libri non
libri, dei libri non genere, degli oggetti narrativi non identificati, unici. Un saggio. Libri che non sono semplicemente
meravigliosi, che sarebbe già un merito, ma sono soprattutto letteratura. E
infine libri che sono tante cose, tutte belle.
Andiamo per ordine.
È un “oggetto narrativo non identificato”.
Il libro di Carrère racconta la fede, la
sua, conquistata e persa, e la fede delle origini, la nascita e la diffusione
del Cristianesimo. Un libro che ha richiesto sette anni di lavoro, di ricerca
interiore e sui testi, di studio delle scritture e dei suoi quaderni scritti
nel periodo della conversione, che riempiva con commenti al Vangelo di Giovanni.
Il
Regno è stato per me una lettura curiosa, la
curiosità di sapere come Carrère avrebbe trattato la fede e le origini del
cristianesimo, è stato poi una lettura profonda, perché intenso è stato il
lavoro di ricerca e studio che sta dietro al libro, e una lettura istruttiva e
anche divertente ma purtroppo non entusiasmante - pensavo mentre leggevo - poi
la classica ciliegina sulla torta: il racconto dell’esperienza di un ritiro
spirituale, che chiude il libro, in una fattoria ristrutturata prima della
consegna del libro al suo editore. Mi fermo qui per non rovinarvi il piacere di
leggere parola per parola e rimanere sospesi, non presenti a se stessi per poi ritornare
coscienti ma altro rispetto a un attimo prima; più umani.
Editore: Adelphi
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine:428
Proposta dal figlio Jacopo,
cultore della storia della Danimarca, la storia di Cristiano VII appassiona Dario,
che con la sua maestria ci racconta, attraverso documenti inediti, diari
segreti, la Storia di un periodo tra il XVIII e XIX secolo.
Cristiano
VII soffrì
di gravi problemi mentali - «La gente
dice di me che sono pazzo per certe mie intemperanze. Ma cosa si dovrebbe dire
di tutta quanta questa umanità che non sa far altro che scannarsi e far
scorrere sangue come fiumi magari per una questione di fede o di razza.» -
ma nonostante tutto, o proprio perché pazzo, riuscì a stravolgere la realtà
politica, economica di quel tempo e del regno, indotto da un medico, Struensee, un'archiatra e dai
pensieri di Rousseau e Voltaire.
Una storia poco conosciuta, che ci
viene raccontata da Fo attraverso
i diari dei protagonisti, e così di narratore in narratore scopriamo gli
intrighi, i giochi di potere, colpi di Stato e le riforme: abolizione della
tortura, libertà di stampa, abbattimento dei privilegi di casta, promozione
della cultura e dell’istruzione.
Editore: Chiarelettere
Collana: Narrazioni
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine: 144
Sottomissione di Michel Houellebecq
Il libro è un racconto di
fantapolitica, ma non solo. I Fratelli
Musulmani vincono le elezioni
in Francia e Ben Abbes diviene
Presidente.
È la storia di François, il
protagonista, docente universitario, e un saggio su J.K. Huysmans, uno scrittore francese che influenzò lo sviluppo del
romanzo decadente.
È la decadenza il fulcro del
romanzo. La decadenza umana dell’accademico parigino, quarantenne, solo, che
non ha notizia dei suoi genitori da diversi anni, tanto da ricevere per
posta la notizia della morte della mamma, che lo informerà della
sepoltura della donna e delle modalità, ove se ne volesse occupare, delle
esequie.
Il romanzo è, anche, il racconto della decadenza della civiltà occidentale che non era più in grado di salvare se stessa – non più di quanto lo fosse stata la Roma del V secolo della nostra era, che Robert Rediger, rettore della nuova università islamica Parigi - Sorbona, durante una chiacchierata con François, per convincerlo a rimanere docente presso l’università, argomenta, come la normale evoluzione e la conseguenza di una nuova era per il Vecchio Continente: l’islam portatore di un’idea tanto sconvolgente quanto semplice, la sottomissione, della donna all’uomo e dell’uomo a Dio.
Editore: Bompiani
Collana: Narratori stranieri
Collana: Narratori stranieri
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine: 252
Trilogia della città di K di Agota Kristof
Una
favola nera, triste che all’improvviso si trasforma in un labirinto, ci cadi
dentro, non sai come e quando è potuto succedere ma ti trovi invischiato nella
storia, intrappolato: vite immaginarie, vissute, non riesci, caro lettore, più
a comprendere qual è la verità della storia, storie nelle storie, un intreccio
narrativo che ti terrà incollato alle pagine, una bramosia di arrivare in
fondo, scoprire l’origine di tutto. Parole che ti si scolpiscono negli occhi,
scene che si sovrappongono, disperate, dolorose, sorprendenti. E quando credi
di aver compreso la trama, uno schiaffo ti sveglia: era un sogno, le cose
stanno peggio di come le avevi intese.
Editore: Einaudi
Collana: Super ET
Anno di pubblicazione: 2014, 1° edizione 1998 nella collana
supercoralli
Pagine: 392
Traduzione: Armando Marchi, Virginia Ripa di Meana,
Giovanni Bogliolo.
Il genio dell'abbandono di Wanda Marasco
In tanti libri si leggono storie,
alcune meravigliose, poi ci sono libri che sono letteratura, ecco, Il genio
dell’abbandono è letteratura.
Il genio dell’abbandono è una
biografia romanzata di Vincenzo
Gemito scultore e pittore nato a Napoli nel 1852 e ivi scomparso nel
1929, artista in continua ricerca del dinamismo vitale nelle opere d’arte ha
fatto a meno delle ricercatezze formali ma gratuite cercando il movimento al
fine di rendere con veridicità l'espressività della vita, ma il senso del
libro e tanto di più.
La scelta delle parole, la
ricercatezza della scrittura, la ricchezza della lingua, italiano e napoletano
che si alternano e mischiano, un alternarsi che è musica, le immagini che la potenza
della parola evoca e ognuno dei personaggi modellati con una penna capace di
catturarne la veridicità fanno di questo libro un capolavoro dalla prima
all’ultima lettera stampata.
Editore: Neri Pozza
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine:352
Vacche amiche di Aldo Busi
Inizio a leggere e a sottolineare, a
sottolineare ... e mi rendo conto che avrei smesso solo alla fine del libro.
Tutto il libro è da sottolineare. Meraviglia.
Aldo Busi affabula, ti cattura e, mentre lo leggo, sento la sua voce, l’intonazione, la dizione, vedo la teatralità e la gestualità di ogni suo movimento; il suo danzare con il libro in mano: la parola nei libri di Busi prende forma.
Il libro è divertimento e
riflessione. Riflessione sulla solitudine, sulla ragione che come la felicità, dice Busi,
è un moto a luogo con soste brevissime. Sulla scienza, “Niente è mai cambiato e
niente mai cambierà grazie alla scienza se l’uomo non cambia la propria natura:
ma come, riesce a plasmare la materia e non riesce a plasmare la propria? “, e
sociologica " Ah, che delusione ‘sti agglomerati di carne umana in
scatola! Cosa facciamo qui tutti ammassati nelle città davanti a un computer
uscendo di casa solo per il proprio funerale o per cercare di morire almeno di
morte violenta quale segno residuo di vita di società?”.
Editore: Marsilio
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine: 180
Le braci di Sándor Márai
Le
braci di Sándor Márai è un libro che si
divora, dentro ci sono i grandi temi, quelli eterni: il destino, le passioni,
l’amicizia, la verità.
Due amici per quarantuno anni non
hanno notizie l’uno dell’altro. Konrad è
fuggito senza dare nessun preavviso all’amico. Henrik ha vissuto aspettandolo: l’amicizia, il destino, la
passione li ha riportati nella stessa stanza, seduti allo stesso tavolo, allo
stesso posto dove hanno cenato l’ultima volta, tutto è come allora, manca solo Kristzina, la moglie di Henrik, perché è morta.
Le passioni
si attutiscono ma non si estinguono, lo sa beneHenrik, le braci
continuano ad alimentarle. Ha atteso quarantuno anni l’amico, la loro amicizia,
quella pura, quella ineffabile, meravigliosa, una sorta di stato di grazia, è
stata interrotta inspiegabilmente. Henrik cerca la verità, non
quella che viene occultata dai ruoli, dalle maschere, dalle circostanze della
vita.
Davanti al
camino i corpi stanchi di due vecchi uomini siedono sulle poltrone,
anche queste nella stessa posizione di quarantuno anni fa. Konrad ascolta
il monologo di Henrik, una riflessione sull’amicizia, sulle
relazioni umane, considerazioni sul destino e la verità.
Editore:Adelphi
Anno di pubblicazione: 2008 10° edizione
Pagine 181
Nel mondo a venire di Ben Lerner
Nel mondo a venire Ben, il protagonista, è un poeta che ha esordito da poco nella
narrativa con un libro che ha raggiunto un inaspettato successo di critica. Ha
scoperto di avere una malformazione cardiaca, riceve la richiesta di donare il
suo sperma per un’inseminazione artificiale da Alex, la sua migliore amica, che
lo ritiene capace a livello genetico e pratico di essere un padre. “Ti ho
scelto per e non malgrado i tuoi difetti, ” - gli dice Alex -, “ una nuova strategia
di accoppiamento per le donne del nuovo millennio la cui priorità è tenere alla
larga i più disastrosi padri, non formare una famiglia nucleare.”
riflette il protagonista che intanto butta giù un racconto, intitolato The Golden Vanity poi pubblicato
sul New Yorker, da cui ha
intenzione di costruire un romanzo. Lo stesso romanzo che è ora fra le nostre
mani.
«Questo libro
sa di essere un libro e vuole pensare insieme al lettore al modo in cui la
realtà viene costruita e può essere ricostruita», spiega Lerner. Il titolo originale è 10:04, l’ora in cui nel film Ritorno al futuro un fulmine colpisce l’orologio del tribunale
permettendo a Michael J. Fox di tornare al presente dopo aver alterato il
passato.
Io non so se ci troviamo di fronte a un genio della letteratura mondiale
però tante volte durante la lettura del suo libro mi sono fermato a pensare; è
un libro che scava nel profondo come solo un poeta, e Ben Lerner lo è, può fare. Quello che so è che ho letto qualcosa di nuovo, di potente,
che mi ha scosso. Tante sono le riflessioni artistico – filosofico disseminate
nel libro, il tempo, l’identità, il valore artistico.
Editore: Sellerio
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine 300
Gli anni di Annie Ernaux
Racconto della propria vita famigliare e sociale sono un tutt’uno nel modo
di narrare di Annie Ernaux.
Dal dopoguerra ai giorni nostri, Ernaux ha captato il riflesso della memoria individuale dalla storia collettiva e viceversa. Ogni momento, anche solo come evento da ricordare, è elemento di riflessione. La Storia contemporanea scorre sotto i nostri occhi mentre abbiamo il libro tra le mani. Le foto testimoniano l’essere di Annie Ernaux nella Storia, il suo divenire, sul retro il luogo e l’anno in cui è stata scattata ci aiutano a ricordare il nostro essere nella Storia: dove ero in quell’anno? Quanti anni avevo e cosa facevo?
Dal dopoguerra ai giorni nostri, Ernaux ha captato il riflesso della memoria individuale dalla storia collettiva e viceversa. Ogni momento, anche solo come evento da ricordare, è elemento di riflessione. La Storia contemporanea scorre sotto i nostri occhi mentre abbiamo il libro tra le mani. Le foto testimoniano l’essere di Annie Ernaux nella Storia, il suo divenire, sul retro il luogo e l’anno in cui è stata scattata ci aiutano a ricordare il nostro essere nella Storia: dove ero in quell’anno? Quanti anni avevo e cosa facevo?
Un libro importante esposto con un’analisi narrativa che specifica in
dettaglio i segni della Storia.
Editore: L'orma
Collana: Kreuzville Aleph
Traduzione: L. Fabbri
Annodipubblicazione: 2015
Pagine: 276
Collana: Kreuzville Aleph
Traduzione: L. Fabbri
Annodipubblicazione: 2015
Pagine: 276
La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin di Enrico Ianniello
La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin è il primo libro di Enrico Ianniello, finalista al Bancarella e vincitore del premio Campiello opera prima, inoltre, la
copertina gialla della sua opera prima ha vinto la medaglia d’oro della New York Society of Illustrator.
Isidoro, che
non si è sempre chiamato Sifflotin, alla nascita invece di piangere come fanno
tutti i bambini ha fischiato. Il suo modo naturale di comunicare non è la
parola ma il fischio, anzi l’urlafischio. Scopre di avere questo dono quando,
un giorno, nella consueta passeggiata con il padre dall’altro lato del
marciapiede sente un merlo fischiare, si avvicina, e inizia a imitarlo. Il
merlo, Alì, diventa suo amico e in seguito il suo procuratore, perché Isidoro tra
le tante esperienze straordinarie accompagnerà, fischiando, un cantante di
Mattinella nei concerti.
È ambientato
in Irpinia negli anni 80, gli anni del terribile terremoto, nel quale Isidoro
perderà i suoi amati genitori e comprenderà "per forza come è fatta la
vita veramente, la vita dentro." La descrizione di quel giorno è una delle
parti del libro più bella. Leggendo questo capitolo, Ianniello, riesce a far
emergere dalle parole tutte le emozioni che un uomo può provare. Ho pianto, riso
e riflettuto, leggendolo. Mi sono identificato nel piccolo Isidoro e in tutti
quei bambini che improvvisamente perdono i loro genitori; perdono tutto e
necessariamente diventano adulti. Il solo pensiero è devastante,
da far perdere tutte le parole e rimanere a bocca aperta e l'unico suono che
può uscire è un fischio.
Il libro è una storia di resistenza. La vita è resistenza ma se accettata diventa comunque un’esperienza straordinaria. Questo è il succo del libro, secondo me.
Un libro sorprendente. Una fiaba, un racconto fantastico ma credibile.
Il libro è una storia di resistenza. La vita è resistenza ma se accettata diventa comunque un’esperienza straordinaria. Questo è il succo del libro, secondo me.
Un libro sorprendente. Una fiaba, un racconto fantastico ma credibile.
Editore:Feltrinelli
Collana: Letteratura italiana
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine 272
Panorama di Tommaso Pincio
Pincio ha guardato oltre il presente, il
futuro possibile, oppure l’altro oggi, quello che ha visto è una umanità fatta
paesaggio in cui il verbo leggere o ascoltare è stato sostituito dal verbo
guardare. Una società in cui una minoranza di lettori è sconfitta dalla
maggioranza che odia l’atto del leggere, tanto da imporre il proprio cieco
punto di vista con la violenza. In questa società non c’è più posto per una
libreria. Le pagine dei libri sono state sostituite dalle pagine del social
network, si è passati dallo sbirciare tra le pieghe dei personaggi di
letteratura allo sbirciare la vita di fantasia che davanti a un monitor ogni
frequentatore del social network si costruisce.
Editore: NNeditore
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine: 200
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine: 200
L'impero virtuale di Renato Curcio
Un piccolo
libro, si legge in qualche ora, ma vi lascerà la mente occupata per giorni
interi. Tanti sono, infatti, gli elementi che Curcio ha analizzato e che aprono a una riflessione cosciente
sull’impero virtuale. La scrittura asciutta e discorsiva permette una
comprensione del testo anche se i temi trattati sono enormi. Da non
sottovalutare è la preziosa bibliografia che fornisce ulteriori indicazioni per
chi abbia voglia di approfondire.
Il libro non
racconta la storia di Internet e non ci trovate delle prese di posizione a
favore o contro, il lavoro di Curcio non
si pone né tra gli “apocalittici” né tra gli “integrati”. Internet è tante
cose: è evidente che ha velocizzato la possibilità di comunicare e semplificato
lo scambio di contenuti, ma questo testo ci illumina, ci dà gli elementi di
comprensione per svelare il mondo “altro” in cui il “me altro”, “un me con
altro nome” virtualmente vive.
Siamo oramai
abituati a considerare come normale il controllo dei contenuti che scambiamo -
anzi un tributo necessario alla sicurezza - e non ci rendiamo conto
di quanto materiale personale, intimo volontariamente diamo in pasto alla nuova
oligarchia economica esperta nell’esercizio del potere digitale; un potere
sulle nostre identità digitali mondializzato e totalizzante che istituisce
forme di sudditanza inedite, radicali.
Un
potere che accumula un’enormità di informazioni su ogni essere che abita il
pianeta e che interconnesso scambia contenuti digitali. E per la maggior parte
privo delle conoscenze basilari per comprendere appieno le insidie; i poteri
tentacolari che la rete nasconde fra le sue maglie. Anzi l’adattamento attivo
ed entusiastico cresce sensibilmente senza distinzione di età o condizione
sociale senza suscitare alcun allarme. La vita sociale ormai è instradata da
pratiche ambientali e circostanze obbligatorie che accrescono il dominio
virtuale e le nostre dissociazioni.
Editore: Sensibili alle foglie
Anno di
pubblicazione: 2015
Pagine: 111
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