Passa ai contenuti principali

Gli anni di Annie Ernaux





Racconto della propria vita famigliare e sociale sono un tutt’uno nel modo di narrare di Annie Ernaux.

Dal dopoguerra ai giorni nostri, Ernaux ha captato il riflesso della memoria individuale dalla storia collettiva e viceversa. Ogni momento, anche solo come evento da ricordare, è elemento di riflessione. La Storia contemporanea scorre sotto i nostri occhi mentre abbiamo il libro tra le mani. Le foto testimoniano l’essere di Annie Ernaux nella Storia, il suo divenire, sul retro il luogo e l’anno in cui è stata scattata ci aiutano a ricordare il nostro essere nella Storia: dove ero in quell’anno? Quanti anni avevo e cosa facevo?

Si passa dal racconto della guerra dei nonni, attorno ad una tavola, fino al discorso intorno ad una marca di telefonino, l’ultimo gioco della wii. Ai luoghi di socializzazione: dalle assemblee politiche ai centri commerciali.

Il sapere elitario è divenuto sapere di massa, da una modalità di conoscenza attraverso i libri si è passati a una attraverso i media, “L’ha detto la tv” il discrimine per affermare un’opinione o una verità. 

Dagli anni delle grandi ideologie al pragmatismo; “l’impresa era la legge naturale, la modernità, l’intelligenza, avrebbe salvato il mondo.” e gli studenti che manifestavano erano anch’essi pragmatici “Non volevano cambiare la società, volevano solo trovarvi un posto dignitoso senza che gli si mettessero i bastoni tra le ruote”.

La sovrabbondanza di ogni cosa dagli oggetti all’informazione, e la condivisione dell’intimità hanno trasformato l’introspezione in una pratica collettiva: “Nella mescolanza dei concetti era sempre più difficile trovare una frase per sé, la frase che, pronunciata in silenzio, aiuta a vivere.”.

Un libro importante esposto con un’analisi narrativa che specifica in dettaglio i segni della Storia. 

Cos’è che rimane? “salvare qualcosa del tempo in cui non saremo più”.

Gli anni di Annie Ernaux

 
Editore: L'orma


Collana: Kreuzville Aleph


Traduzione: L. Fabbri


Anno di pubblicazione: 2015


 Pagine: 276
 

Commenti

Post popolari in questo blog

NOTTE

Osservo ripetutamente un’ immagine interrotta di una notte scura affossato nel presente allergico al contatto, comunico silenzio. La vita  scorre.

Da Montale a Pasolini, ecco la voce dei Poeti

Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.  Non sarà proprio così, ma oggi è possibile ascoltare Eugenio Montale , Alda Merini , Pier Paolo Pasolini , Mario Luzi , Pablo Neruda , alcuni dei poeti la cui voce è conservata nell’Archivio fondato nel 2010 dall’Associazione Culturale MultiMedia91.  Si tratta di un vero e proprio Archivio, che raccoglie le voci dei poeti italiani del ‘900 e contemporanei a livello internazionale e prevede due sezioni divise per modalità espressiva: la poesia lineare (lettura dei testi), all’interno della quale sono stati già catalogati 275 poeti e la poesia multimediale (con supporti sonori, video e performativi) con 140 poeti. E invece ascoltabile la voce reale di 98 poeti per la sezione lineare e 134 per quella multimediale.  Oggi, tutto questo patrimonio cult...

Il genio dell'abbandono di Wanda Marasco

In tanti libri si leggono storie, alcune meravigliose, poi ci sono libri che sono letteratura, ecco, Il genio dell’abbandono è letteratura. Il genio dell’abbandono è una biografia romanzata di Vincenzo Gemito scultore e pittore nato a Napoli nel 1852 e ivi scomparso nel 1929, artista in continua ricerca del dinamismo vitale nelle opere d’arte ha fatto a meno delle ricercatezze formali ma gratuite cercando il movimento al fine di rendere con veridicità l'espressività della vita, ma il senso del libro e tanto di più. Leggendo il libro, i dialoghi, mi sono ritrovato a modulare il tono della voce e a gesticolare, il testo ti spinge allo sdoppiamento, lettore – attore, ci si ritrova sospesi tra realtà e sogno, vero e verosimile: leggo ma non sto leggendo, vedo Vincenzo, Vicienzo e Peppino, uno produce l’arte, uno cammina svelto tra strade, case, folle, persone, luci e l’altro impersona gli altri due recitando in teatro. Qual è la realtà: io che leggo, io che recit...