Scrivere un libro sul
Sommo Poeta, sul padre della lingua italiana è operazione che fa tremare i
polsi al solo pensiero, farlo poi nel 750° anniversario dalla sua nascita non ne
parliamo neanche. Solo pochi avrebbero potuto pensarlo e scriverlo e uno di
questi è sicuramente Marco Santagata, tra i massimi esperti di lirica classica
italiana, di Dante e di Petrarca.
Un piccolo libro, solo 119
pagine, che si leggono in una giornata ma di grande efficacia. Dopo che avete chiuso
il libro, avrete voglia di tornare a leggere la vita del Poeta e a rileggere le
sue poesie, e lo farete con un approccio diverso.
Diviso in due parti, la
prima dedicata a Bice e la seconda all’amico Cavalcanti, il libro con il suo
stile asciutto avvicina qualsiasi lettore a Dante facendoci scoprire l’uomo che,
sebbene difficile da credere, aveva poca considerazione tra i suoi compagni di lotta
politica e anche nella sua famiglia, ma senza la grandezza di questo uomo,
certamente quegli uomini e quella Firenze teatro di lotte tra famiglie non sarebbero
passati alla storia così come la nostra Italia e l’intera civiltà occidentale,
non ce ne rendiamo conto, e ogni persona che ha calpestato questa terra, e tuttora
lo fa, avrebbero avuto un’altra storia il cui valore sarebbe stato notevolmente
ridimensionato.
Questo libro ci
restituisce un Dante sconosciuto forse; Santagata ce lo svela in tutta la sua
umanità facendoci partecipi dei suoi dolori, ambizioni,
insicurezze, speranze, fallimenti e successi, e proprio per questo reale e più
grande.
Editore: Guanda
Collana: Narratori della Fenice
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine: 119
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