Inizio a leggere e a sottolineare, a sottolineare ... e mi rendo conto che avrei smesso solo alla fine del libro. Tutto il libro è da sottolineare. Meraviglia.
Aldo Busi affabula, ti cattura e, mentre lo leggo, sento la sua voce, l’intonazione, la dizione, vedo la teatralità e la gestualità di ogni suo movimento; il suo danzare con il libro in mano: la parola nei libri di Busi prende forma.
Un libro per chi si sente solo, “ Del resto se uno a sessant’anni suonati invece di Mi ci vorrebbe una camicia di forza canta ancora Ci vorrebbe un amico invocandone tutte le lunari e mirabolanti virtù che si richiedono a un demone, non a un essere umano, è perché un amico non ce l’ha, non se lo merita e in verità sta invocando al suo fianco un presidio del buon samaritano per eccellenza: un infermiere gratis... “ “L’amico del cuore non è un individuo, è una comunità.”.
Ma non vi aspettate tristezza, tutto il libro è divertimento e riflessione. Riflessione sulla solitudine, appunto, sulla ragione che come la felicità, dice Busi, è un moto a luogo con soste brevissime. Sulla scienza, “Niente è mai cambiato e niente mai cambierà grazie alla scienza se l’uomo non cambia la propria natura: ma come, riesce a plasmare la materia e non riesce a plasmare la propria? “, e sociologica " Ah, che delusione ‘sti agglomerati di carne umana in scatola! Cosa facciamo qui tutti ammassati nelle città davanti a un computer uscendo di casa solo per il proprio funerale o per cercare di morire almeno di morte violenta quale segno residuo di vita di società?”.
Busi è un giocoliere della parola, il titolo è un calembour, ma non vi svelo nulla per non rovinarvi il divertimento. Un libro per un “lettore – lettore”, quello che rinuncia all’io emozionale che diffida del libro che gli piace emotivamente.
Editore: Marsilio
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine: 180
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