Passa ai contenuti principali

Il mercante di libri maledetti di Marcello Simoni




Non mi piace leggere i best seller quando sono al loro apice di vendite e tutti ne parlano. Ma li leggo. Non sono il genere di libri che preferisco, di solito. Ma li leggo. Perché? Non lo so. 

Per conoscere i gusti degli altri, di tutti coloro che non sono me, forse.

Perché si può leggere in tanti modi;  per svagarci, per ridere, per riflettere, per dare nutrimento all’anima, per curiosità … ecco per curiosità, è la motivazione che mi ha fatto avvicinare al libro di Marcello Simoni.
Il nuovo Umberto Eco, dicono, alcuni. Non mi pare, dico io. 

In comune con “Il nome della rosa” ha solo il periodo storico, poi la struttura narrativa, la costruzione dei personaggi, la trama, la ricercatezza delle parole, sono ben distanti dal capolavoro del Professore.

È piacevole, è un libro per tutti; è un best seller.

Siamo nel 1205 il mercoledì delle ceneri e padre Vivien de Narbonne è costretto a fuggire, dei cavalieri che indossano delle maschere lo inseguono. Il monaco possiede un libro prezioso, l’Uter Ventorum. Si dice che contenga antichi precetti della cultura talismanica orientale, e permetta di evocare gli angeli e la loro divina sapienza. Tredici anni dopo, Ignazio da Toledo un mercante di reliquie, viene incaricato da un nobile veneziano di recuperare quel libro. Ha inizio un lungo viaggio tra Italia, Francia e Spagna sulle tracce del manoscritto suddiviso in quattro parti e nascosto agli occhi dei più ma, non a quelli di chi saprà svelare i segni che Vivienne (scomparso?) ha lasciato. È una lotta per la conoscenza, per il potere, per salvaguardare il passato e gli affetti, non mancano colpi di scena e, una fine (scontata?).

Per una completezza di informazione dico che la casa editrice è Newton Compton ma, che il libro con un altro nome (L’enigma dei quattro angeli) era già stato pubblicato dalla casa editrice il Filo, nel 2007.

Commenti

Post popolari in questo blog

Nel mondo a venire di Ben Lerner

Nel numero del « New Yorker » uscito il 18 giugno 2012 è stato pubblicato il racconto The Golden Vanity firmato Ben Lerner , in cui un narratore in terza persona riporta le vicende di uno scrittore che deve affrontare un’operazione ai denti ed è indeciso se usare un’anestesia parziale o totale. Nel mondo a venire Ben, il protagonista, è un poeta che ha esordito da poco nella narrativa con un libro che ha raggiunto un inaspettato successo di critica. H a scoperto di avere una malformazione cardiaca, riceve la richiesta di donare il suo sperma per un’inseminazione artificiale da Alex, la sua migliore amica, che lo ritiene capace a livello genetico e pratico di essere un padre. “ Ti ho scelto per e non malgrado i tuoi difetti , ” gli dice Alex “ una nuova strategia di accoppiamento per le donne del nuovo millennio la cui priorità è tenere alla larga i più disastrosi padri, non formare una famiglia nucleare .”  riflette il protagonista che intanto butta giù un racconto, in

XXI secolo di Paolo Zardi

Un venditore di depuratori d’acqua, che vende porta a porta, ogni giorno svolge il proprio lavoro con dedizione avendo come scopo la serenità della famiglia. Una moglie e due figli, Miriam e Marco. Eleonore in seguito ad un ictus va in coma e il marito, casualmente, scopre un cellulare della moglie del quale ignorava l’esistenza, e nella scheda SD delle foto di lei nuda. Chi era veramente la donna che aveva sposato e che si prendeva cura dei suoi figli?  Lui, il suo nome nel romanzo non viene mai rivelato, è costretto a fare i conti con la sua vita. Ambientato in un futuro prossimo del XXI secolo ormai decadente, il romanzo ci interroga sulle relazioni che viviamo abitualmente e dietro le quali si nasconde altro; un estraneo rispetto a ciò che si credeva di conoscere.  L’idea del romanzo è nata nell’autore da una notizia di cronaca nera che lo aveva colpito. Una donna, impiegata in una piccola ditta di pulizie era stata uccisa a casa sua; da principio si è sospettat

Fiaba d'amore di Antonio Moresco

C’era una volta un vecchio pazzo, inizia così, come tutte le fiabe, anche questa scritta da Moresco. Il vecchio pazzo viveva su un marciapiede, vegliato da un colombo malandato, la sua vita procedeva immutabile, finché un giorno accadde una cosa incredibile. Una meravigliosa ragazza lo porta con sé a casa, se ne prende cura, lo lava, lo ama. Tutto bene quel che finisce bene, ma se il libro fosse finito qui, non mi sarebbe piaciuto: un barbone ai margini della vita sociale, la bella ragazza lo salva e se ne innamora, sembra un classico disneyano, ma per fortuna il libro non finisce, e anzi improvvisamente prende forma l’insperato, non solo per il vecchio pazzo ma anche per il lettore che ha voglia di abbandonarsi nell’impossibile avvicendarsi di parole non scontate e banali. Un libro, naturalmente sull’amore, sulla diversità, sulla povertà, sulla superficialità e la speranza. “Avevo spento tutte le luci della mia casa e della mia vita … avevo chiuso tutte le porte … mi ero me