I romanzi di Umberto Eco hanno tutti la stessa struttura ma a ogni nuova pubblicazione c’è sempre qualcuno che urla ai quattro social che vi sia del plagio. Nei suoi libri ci sono sempre rinvii letterari e c’è sempre un gioco con il lettore: Eco nasconde tra la trama frasi, parti di componimenti del passato.
Leggere un libro di Eco significa addentrarsi in tanti altri libri: utilizza nei suoi componimenti la tecnica del centone, cioè collage di frasi e autori diversi.
In un suo famoso saggio, “Sei passeggiate nei boschi narrativi” sei interventi che Eco ha tenuto nel 1992-93 in occasione delle Norton Lectures ad Harvard, in cui, rivolgendosi a un vasto pubblico, affrontò una riflessione sulla narratività partendo dall’esperienza del lettore - Eco ci guida all’interno dei boschi narrativi e ci insegna come percorrerli. Il testo narrativo si rivolge: ” … a un lettore di primo livello che desidera sapere come la storia vada a finire e a un lettore di secondo livello, il quale si chiede quale tipo di lettore quel racconto gli chiedesse di diventare.”.
Se appartenete al lettore del primo livello quello che vi sta a cuore è sapere se Domani, il giornale che il commendatore Vimercate commissiona a una piccola redazione, per far pressione ai poteri forti e poter entrare nel salotto buono della società italiana degli anni di tangentopoli, avrà il suo numero uno. Se invece appartenete al secondo livello di lettore desiderate conoscere, oltre alla trama, il lettore che diventerete, e in questo caso è utile sapere che Numero zero è chiaramente un pamphlet sul giornalismo, sul modo di costruire le notizie e sulla comunicazione in genere: “i giornali mentono, gli storici mentono, la televisione mente…”, non sono le notizie che fanno il giornale ma il giornale che fa le notizie.
In Numero zero vi è un giusto equilibrio tra cultura alta e bassa, racconto di fatti, e un gioco del se fosse… che introduce a un altro argomento, il complottismo, oggetto di diversi interventi e di alcuni libri di Eco, per esempio il pendolo di Foucault.
In Numero zero vi è un giusto equilibrio tra cultura alta e bassa, racconto di fatti, e un gioco del se fosse… che introduce a un altro argomento, il complottismo, oggetto di diversi interventi e di alcuni libri di Eco, per esempio il pendolo di Foucault.
I personaggi, tranne Maia e il suo presunto autismo, non sono memorabili ma forse anche la costruzione dei personaggi è volutamente debole, perché il nocciolo della storia è la memoria collettiva che va alimentata salvo cadere nella paranoia del complotto o nelle maglie della propaganda di potere.
Numero zero di Umberto Eco
Editore: Bompiani
Anno di pubblicazione: 2015
Pagine: 218
Avevo visto..."la legge del mercato"
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