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Visualizzazione dei post da marzo, 2015

Diario di zona di Luigi Chiarella

Le edizioni Alegre e Wu Ming 1 hanno inaugurato, con questo libro, la collana “ Quinto Tipo ”; Diario di zona, infatti, rientra in un non genere, il libro è un oggetto narrativo non identificato. Quando ho scoperto la nascita di questa collana, ne sono rimasto entusiasta ; da sempre, non riesco a identificarmi, e a identificare. Non sono mai riuscito a ritrovarmi in una statistica e quando qualcuno mi chiede che partito voti, che genere di libri o film ti piacciono … non riesco a dare una risposta o se la do è solo per convezione sociale. Prima invidiavo chi con certezza, sin da piccolo, sapeva darle quelle risposte, mi sentivo in qualche modo anormale. Come si fa a non appartenere a una categoria, a rientrare in un gruppo, far parte di un tipo, in una società che cataloga? Si deve per forza stare o da una parte o dall’altra, io né nell’una né nell’altra: un soggetto storico non identificato. Poi, con il tempo, ho compreso, ma questa è un’altra storia. Torniamo a Diario

Blocco 52 di Lou Palanca

Luigi Silipo, già membro del comitato centrale del PCI, era il rappresentante calabrese dell'Alleanza dei Contadini, quando a pochi passi da casa, nel quartiere Maddalena della città di Catanzaro, il 1 aprile 1965,  fu ucciso. La città ha rimosso il fatto. Mai una commemorazione, nessuna targa, una via, una piazza a ricordo di un uomo che ha lottato per l'ideale di giustizia. A lui, tutti, dai giudici, agli avvocati, ai compagni di partito e del sindacato, ai cittadini, quella giustizia hanno negato con il silenzio. Questo libro, scritto da un collettivo, Lou Palanca,  riporta a galla i fatti, sebbene romanzati ed è un tentativo di rimuovere il velo dell'oblio.  Nel libro, la storia di Silipo si intreccia con quella di Giuseppe Malacaria ucciso il 4 febbraio 1971 da una bomba neofascista durante una manifestazione di protesta: due morti, nessun colpevole e nessuna possibilità di consultare gli atti giudiziari perché, per entrambi gli omicidi, quegli atti

Lacci di Domenico Starnone

Legarsi a qualcun altro è un atto di libertà e insieme di responsabilità. Il "laccio", alcune volte, dopo tanto o poco tempo, magari all'improvviso, risulta stretto e soffocante. Si vorrebbe spiccare il volo ma allo stesso tempo forte è il peso del dovere, la responsabilità di quel legame, si oscilla tra libertà e responsabilità. Una lotta interna lacera le certezze e mille dubbi offuscano ogni sereno ragionamento. Ogni decisione risulterebbe un tradimento. Un tradimento verso se stesso, la propria libertà o verso l'altro, la responsabilità. "È vero che gli hai insegnato tu ad allacciarsi le scarpe?" , chiese al padre, Anna, indicando il fratello. Il padre, che aveva abbandonato la famiglia per una giovane donna, ascoltava quella ingenua domanda della piccola Anna, che lo inchiodava alla responsabilità del legame, del quale, loro, i figli erano solo una conseguenza, un effetto di quel legame.  Vanda, la mamma, la moglie che costituiva uno

Numero zero di Umberto Eco

I romanzi di Umberto Eco hanno tutti la stessa struttura ma a ogni nuova pubblicazione c’è sempre qualcuno che urla ai quattro social che vi sia del plagio. Nei suoi libri ci sono sempre rinvii letterari e c’è sempre un gioco con il lettore: Eco nasconde tra la trama frasi, parti di componimenti del passato.  Leggere un libro di Eco significa addentrarsi in tanti altri libri: utilizza nei suoi componimenti la tecnica del centone, cioè collage di frasi e autori diversi.  In un suo famoso saggio, “ Sei passeggiate nei boschi narrativi ” sei interventi che Eco ha tenuto nel 1992-93 in occasione delle Norton Lectures ad Harvard, in cui, rivolgendosi a un vasto pubblico, affrontò una riflessione sulla narratività partendo dall’esperienza del lettore - Eco ci guida all’interno dei boschi narrativi e ci insegna come percorrerli. Il testo narrativo si rivolge: ” … a un lettore di primo livello che desidera sapere come la storia vada a finire e a un lettore di secondo livello, i

C'è un re pazzo in Danimarca di Dario Fo

Proposta dal figlio Jacopo , cultore della storia della Danimarca , la storia di questo re appassiona Dario , che con la sua maestria ci racconta, attraverso documenti inediti, diari segreti, la Storia di un periodo tra il XVIII e XIX secolo. La storia e la Storia si intrecciano, quella del visionario, progressista, Cristiano VII, re di Danimarca e Norvegia, e quella di un regno e delle idee illuministe che si stavano diffondendo in tutta Europa e che culmineranno con la Rivoluzione Francese. Cristiano VII soffrì di gravi problemi mentali - « La gente dice di me che sono pazzo per certe mie intemperanze. Ma cosa si dovrebbe dire di tutta quanta questa umanità che non sa far altro che scannarsi e far  scorrere sangue come fiumi magari per una questione di fede o di razza .» - ma nonostante tutto, o proprio perché pazzo, riuscì a stravolgere la realtà politica, economica di quel tempo e del regno, indotto da un medico,  Struensee ,   un'archiatra  e dai pensieri di Rous