Quando la sera decido di vedere un film, all’inizio, e se il film non mi piace anche dopo, ho un senso di inconcludenza, per non aver ottemperato alla mia dose di lettura quotidiana. Così ieri sera, appena scorrevano le prime immagini del film, mi dicevo - sei sempre in tempo per chiudere la tv - , mentre con un occhio sbirciavo i libri sul comodino, poi una ragazza davanti a un monumento, con un libro in mano: una storia contenuta in un libro, filtrata dalle parole dello scrittore. Ho chiuso la lampada e gli occhi si sono incollati allo schermo della tv.
In una repubblica immaginaria, Zubrowka, c’è il Grand Hotel Budapest, raggiungibile solo con una funicolare; si parte dal mondo per uscirne e ritornarvi. I personaggi hanno un tratto fumettistico, e non poteva essere diversamente, infatti la sceneggiatura del film, oltre che del regista, Wes Anderson, è di Hugo Guinness un famoso illustratore britannico.
Il film è ispirato alle storie di Stefan Zweig scrittore austriaco naturalizzato britannico. La narrazione mi ha incantato, attraverso una serie di analessi (che bella parola, perché si utilizza spesso flashback?) dall’oggi si salta agli anni ottanta poi la vicenda si sposta nell'anno 1968 e nel 1932, per ritornare all’oggi. Bella storia, ben raccontata e con un’estetica elegante, calda e piena di colori, con una particolare attenzione ai particolari.
Alla fine ho letto anche ieri sera, un film.
Frasi:
- Gustave:Sei davvero uno schianto, tesoro, dico sul serio. Non so quale crema ti abbiano messo giù all'obitorio, ma ne voglio un po' anch'io.
- Gustave:Vedete, ci sono ancora deboli barlumi di civiltà lasciati in questo mattatoio barbaro che una volta era conosciuto come umanità. Infatti è quello che abbiamo a disposizione nel nostro modesto, umile, insignificante... oh, fanculo.
- Gustave:Non ha davvero senso fare alcunché nella vita perché tutto finisce in un batter d'occhio e all'improvviso arriva il rigor mortis.
- Gustave: In nome di Dio, che cosa ti ha indotto a lasciare la Terra
Natia cui appartieni e percorrere indicibili distanze per diventare un
immigrato squattrinato in una società raffinata e colta che,
francamente, avrebbe potuto fare a meno di te.
Zero:La guerra.
- Gustave: A proposito..a letto era esplosiva..
Zero: Aveva 84 anni!
Gustave: Ne ho avute di più vecchie..
Ecco il trailer di The Grand Budapest hotel.
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