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Sottomissione di Michel Houellebecq




Il libro è un racconto di fantapolitica, ma non solo. I Fratelli Musulmani vincono le elezioni in Francia e Ben Abbes diviene Presidente. È la storia di François, il protagonista, docente universitario, e un saggio su J.K. Huysmans, uno scrittore francese che influenzò lo sviluppo del romanzo decadente. 

È la decadenza il fulcro del romanzo. La decadenza umana dell’accademico parigino, quarantenne, solo, che non ha notizia dei suoi genitori da diversi anni, tanto da ricevere per posta la notizia della morte della mamma, che lo informerà della sepoltura della donna e delle modalità, ove se ne volesse occupare, delle esequie.

 Il romanzo è, anche, il racconto della decadenza della civiltà occidentale che non era più in grado di salvare se stessa – non più di quanto lo fosse stata la Roma del V secolo della nostra era, che Robert Rediger, rettore della nuova università islamica Parigi - Sorbona, durante una chiacchierata con François, per convincerlo a rimanere docente presso l’università, argomenta, come la normale evoluzione e la conseguenza di una nuova era per il Vecchio Continente: l’islam portatore di un’idea tanto sconvolgente quanto semplice, la sottomissione, della donna all’uomo e dell’uomo a Dio.

A tenere insieme i diversi argomenti del libro è, appunto, Huysmans uno dei padri del decadentismo tardo ottocentesco. Houllebecq riesce a tenere il lettore incollato alla pagina, in modo elegante e semplice, sembra facile ma non lo è.

Ci sono, dunque, diverse storie che Houllebecq riesce con mirabile capacità e stile a mantenere per tutto il romanzo, senza annoiare, ma manca qualcosa, a mio avviso, per dire del libro "ok mi è piaciuto"; appena finito di leggerlo non mi è rimasto nulla del personaggio, non è memorabile. 

Sottomissione di Michel Houellebecq


Editore: Bompiani

Collana: Narratori stranieri

Anno di pubblicazione: 2015

Pagine: 252

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