Mio zio, appena poteva, infilava in qualsiasi discussione, la sua convinzione che, nonostante l’assoluta diversità, nulla potesse separare i fratelli. E questo libro mi ha ricordato lo svelamento estivo, sotto i pioppi di quelle elucubrazioni. E già questo varrebbe un giudizio positivo sul libro ma, c’è di più. Piperno scrive bene, la costruzione dei personaggi è così meticolosa che, mi sembra quasi di averla conosciuta la famiglia Pontecorvo.
Inseparabili (Mondadori) narra le vicende della famiglia Pontecorvo la cui genesi origina in Persecuzioni (Mondadori 2010). I fratelli Pontecorvo si trovano agli antipodi, su ogni piano: caratteriale, estetico, verbale, sessuale ma, niente e nessuno potrebbe separarli.
Dopo l’accusa di pedofilia, Leo, si chiude in cantina, Raphel, la moglie non lo nomina più e i due figli Filippo e Samuel non pongono domande. Il silenzio come rimedio per salvaguardare la fuoriuscita imprevedibile di qualsiasi parola; parlarne rievocherebbe il dolore e allora meglio vivere come se nulla fosse accaduto. Tutto procede e tutti sospendono il ricordo; ma “Solo i risentiti non dimenticano mai.”.
In quella stessa cantina, rifugio e tomba di Leo, poi studio medico di Raphel, il ricordo incendierà la famiglia in una discussione che esploderà con virulenza. Samuel al fondo di una crisi economica, sentimentale, ed esistenziale, trova la chiave, l’origine della sua disfatta e decide che è arrivato il momento di manifestare i suoi dubbi, le sue certezze. Basta con la misericordia e con l’oblio. Un effluvio di parole inondano la mamma, figura ingombrante che manipola e decide per gli altri, e Filippo il fratello maggiore che, assorbito dall’imprevisto successo, non ha percepito il grido di aiuto di Semi in difficoltà.
Con questo volume che chiude il dittico l’autore ha vinto il premio Strega 2012. I due libri sono indipendenti e si leggono anche separatamente.
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