Dopo il meraviglioso Il genio dell’abbandono, Wanda Marasco torna a raccontare Napoli. Città dei paradossi, palcoscenico ideale per i personaggi che vengon fuori dalla penna della scrittrice.
La voce narrante è di Rosa, seduta accanto al letto della madre morta, le parla, rievoca l’infanzia
di Vincenzina, l’incontro con Rafele, suo padre, l’ostilità dei Maiorana, il
prestito a usura prima subìto per pagare le cure di Rafele e poi praticato da
Vincenzina, l’amica Annarella che vive con la madre pazza, il maestro Nunziata,
e Mariomaria «la creatura che ha dentro di sé una preghiera rovesciata»;
tutte “anime finte” che hanno un guasto.
La Marasco racconta nei
suoi romanzi gli umiliati e gli offesi, la sua scrittura coglie le interiorità
umane, le parole sono uno scandaglio che scendono negli abissi dell’animo di
chi legge, lo scrutano, lo interrogano. Chi legge rimarrà incantato dalla scrittura
poetica, evocativa, teatrale della Marasco.
Il libro, tra i dodici
finalisti al premio Strega, è anche bello, in copertina una foto di Piergiorgio Branzi
la guagliunera che corre su per una
scalinata tra panni stesi, un contrasto in bianco e nero che “sottolinea l’essenziale”.
Editore: Neri Pozza
Collana: Bloom
Anno di pubblicazione: 2017
Pagine: 240
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