Un romanzo irreale. L’io
narrante è un non nato.
Un feto a testa in giù nel
guscio materno assiste alle trame omicide della madre e del suo amante, lo zio
Claude, un ricco immobiliarista. Dalla sua posizione non può vedere ma ascolta il
piano per uccidere il padre, poeta sconosciuto e innamorato della moglie,
assiste impotente al crimine.
Nel
guscio è una riproposizione di Amleto a partire dall'epigrafe “Oddio, potrei anche essere confinato in un
guscio di noce e sentirmi il re di uno spazio infinito – se non fosse la
compagnia di brutti sogni.”, una tragedia la cui narrazione non si snoda
tra le mura del castello di Elsinore ma nella posizione privilegiata del ventre
materno.
Il piccolo ascolta dunque, ma non solo le voci anche gli stati
corporei della madre, il battito cardiaco, avverte la pressione sanguigna e
interpreta la madre da ciò che dice, dal suo agire e dal suo intimo. Ha il tempo per porsi delle domande, un fluire di dubbi, fino al supremo dubbio amletico essere o non essere, nel caso specifico nascere o non nascere.
Un romanzo inedito,
geniale.
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2017
Pagine: 184
Traduzione: Susanna Basso
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