Passa ai contenuti principali

Fiaba d'amore di Antonio Moresco



C’era una volta un vecchio pazzo, inizia così, come tutte le fiabe, anche questa scritta da Moresco. Il vecchio pazzo viveva su un marciapiede, vegliato da un colombo malandato, la sua vita procedeva immutabile, finché un giorno accadde una cosa incredibile. Una meravigliosa ragazza lo porta con sé a casa, se ne prende cura, lo lava, lo ama. Tutto bene quel che finisce bene, ma se il libro fosse finito qui, non mi sarebbe piaciuto: un barbone ai margini della vita sociale, la bella ragazza lo salva e se ne innamora, sembra un classico disneyano, ma per fortuna il libro non finisce, e anzi improvvisamente prende forma l’insperato, non solo per il vecchio pazzo ma anche per il lettore che ha voglia di abbandonarsi nell’impossibile avvicendarsi di parole non scontate e banali.

Un libro, naturalmente sull’amore, sulla diversità, sulla povertà, sulla superficialità e la speranza.

“Avevo spento tutte le luci della mia casa e della mia vita … avevo chiuso tutte le porte … mi ero messo a dormire in strada … Ogni cosa ti delude le persone non sono quelle che dicono di essere, ti dicono che sono una cosa e invece sono un’altra..le persone ti ingannano, ti feriscono, ti fanno del male … Come si fa a vivere in un mondo simile?”.

La fiaba che ci racconta Moresco evoca tante tematiche, ma più di ogni altro il valore che ognuno di noi non riesce a scorgere, se non solo per attimi, quello di essere eterni.

Non conosciamo mai la nostra altezza
Finché non siamo chiamati ad alzarci.
E se siamo fedeli al nostro compito
Arriva al cielo la nostra statura. 

 
L’eroismo che allora recitiamo
Sarebbe quotidiano, se noi stessi
Non c’incurvassimo di cubiti
Per la paura di essere dei re


Emily Dickinson, 1176




Fiaba d'amore di Antonio Moresco

Editore: Mondadori

Collana: Libellule

Anno di pubblicazione: 2014

Pagine:155


Commenti

Post popolari in questo blog

NOTTE

Osservo ripetutamente un’ immagine interrotta di una notte scura affossato nel presente allergico al contatto, comunico silenzio. La vita  scorre.

Da Montale a Pasolini, ecco la voce dei Poeti

Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.  Non sarà proprio così, ma oggi è possibile ascoltare Eugenio Montale , Alda Merini , Pier Paolo Pasolini , Mario Luzi , Pablo Neruda , alcuni dei poeti la cui voce è conservata nell’Archivio fondato nel 2010 dall’Associazione Culturale MultiMedia91.  Si tratta di un vero e proprio Archivio, che raccoglie le voci dei poeti italiani del ‘900 e contemporanei a livello internazionale e prevede due sezioni divise per modalità espressiva: la poesia lineare (lettura dei testi), all’interno della quale sono stati già catalogati 275 poeti e la poesia multimediale (con supporti sonori, video e performativi) con 140 poeti. E invece ascoltabile la voce reale di 98 poeti per la sezione lineare e 134 per quella multimediale.  Oggi, tutto questo patrimonio cult...

Il genio dell'abbandono di Wanda Marasco

In tanti libri si leggono storie, alcune meravigliose, poi ci sono libri che sono letteratura, ecco, Il genio dell’abbandono è letteratura. Il genio dell’abbandono è una biografia romanzata di Vincenzo Gemito scultore e pittore nato a Napoli nel 1852 e ivi scomparso nel 1929, artista in continua ricerca del dinamismo vitale nelle opere d’arte ha fatto a meno delle ricercatezze formali ma gratuite cercando il movimento al fine di rendere con veridicità l'espressività della vita, ma il senso del libro e tanto di più. Leggendo il libro, i dialoghi, mi sono ritrovato a modulare il tono della voce e a gesticolare, il testo ti spinge allo sdoppiamento, lettore – attore, ci si ritrova sospesi tra realtà e sogno, vero e verosimile: leggo ma non sto leggendo, vedo Vincenzo, Vicienzo e Peppino, uno produce l’arte, uno cammina svelto tra strade, case, folle, persone, luci e l’altro impersona gli altri due recitando in teatro. Qual è la realtà: io che leggo, io che recit...