Passa ai contenuti principali

I libri più belli del 2014






1. L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio di Murakami Haruki

La sofferenza è il tema dell’ultimo libro di Murakami, e il “pellegrinaggio” che segue la perdita e conduce a se stessi, a ritrovarsi. 


Tazaki Tsukuru abita a Nagoya e insieme ai suoi quattro amici, due femmine e due maschi, formano un gruppo affiatato, almeno fino al secondo anno di università, quando riceve una telefonata da Ao, che gli dice di non farsi più sentire e di non cercarli. Da allora non avrà più nessuna notizia dei quattro.


Il ragazzo cade in una profonda depressione e il suo unico desiderio sarà morire, senza averne la volontà, “Se Tsukuru non tentò mai realmente di suicidarsi, fu forse perché la sua idea della morte era così pura e intensa, che nella mente non riusciva ad associarla a un’immagine concreta. Il problema della realizzazione pratica restava in secondo piano. Se si fosse imbattuto in una porta che conduceva alla morte, probabilmente l’avrebbe aperta senza esitazioni. Per lui sarebbe stato un prolungamento dei gesti quotidiani, che non avrebbe richiesto alcuna profonda riflessione. Tuttavia, fortunatamente o no, intorno a sé quella porta non la vide mai.”.



2. L'armata dei sonnambuli di Wu Ming 

Sulla rivoluzione francese ci sono montagne di libri, ma in questo romanzo c’è tanto di diverso. Partiamo da quello che non c’è. Non c’è una sistematicità degli eventi, uno snocciolare degli anni come fossero olive, non ci sono tesi ed antitesi, e allora cosa c’è? Una storia, e vi sembra poco? Anzi ci sono delle storie, quelle della plebe rivoluzionaria in nome della quale ogni rivoluzione ha inizio e poi sempre finisce col travolgerla e umiliarla, meno male che questa volta, dalla parte della plebe, si schiera Scaramouche, un uomo in maschera che si aggira sui tetti, l’Ammazzaincredibili. Dicono che sia un italiano. Meno male che c’è Marie Nozière, una sarta e rivoluzionaria, una figura essenziale, tutto il romanzo ruota intorno a lei.

3. Volevo tutto di Andrea Gentile

In Volevo tutto, c’è una trama, c’è il protagonista, Andrea Di Sanza, c’è un luogo, via Solferino 28, a Milano, un luogo di lavoro, la sede del più importante quotidiano del Paese, il Corriere della Sera, ci sono tutti gli altri personaggi, il padre, che anni fa proprio in quel giornale aveva lavorato, la mamma, la moglie e il figlio nato da poco che sono rimasti al sud e c’è il fratello, ritornato dalla naja, sta male, parla di un film segreto che Federico Fellini sta per girare. Andrea non gli crede ma quando viene contattato da un amico del fratello e collaboratore del maestro, tutto cambia.






Commenti

Post popolari in questo blog

1Q84 libro 1 e 2. Aprile - Settembre

Il libro è tradotto dal giapponese da Giorgio Amitrano , pubblicato da Einaudi in unico volume che comprende i primi due romanzi di quella che in realtà è una trilogia. È chiaro l’omaggio, già dal titolo al 1984 di Orwell , e la frase: «La maggior parte della gente non crede nella verità, ma in quello che vorrebbe che la verità fosse», ne è un forte riferimento. Nel libro i protagonisti sono una donna e un uomo. La donna, Aomame  è bloccata in un taxi nel traffico, nella borsetta ha un affilatissimo rompighiaccio con cui deve uccidere un uomo . L’uomo, Tengo , insegnante di matematica in una scuola preparatoria e, aspirante scrittore dotato di buona tecnica, riceve da un editor senza scrupoli lo strano incarico di riscrivere il romanzo “ La crisalide d’aria ” di un'enigmatica diciassettenne, così da candidarlo a un famoso premio letterario. Il romanzo è un racconto fantastico. Intanto nel cielo ci sono due lune, una accanto all’altra, ma il lettore non si lasci ingannare d...

Il genio dell'abbandono di Wanda Marasco

In tanti libri si leggono storie, alcune meravigliose, poi ci sono libri che sono letteratura, ecco, Il genio dell’abbandono è letteratura. Il genio dell’abbandono è una biografia romanzata di Vincenzo Gemito scultore e pittore nato a Napoli nel 1852 e ivi scomparso nel 1929, artista in continua ricerca del dinamismo vitale nelle opere d’arte ha fatto a meno delle ricercatezze formali ma gratuite cercando il movimento al fine di rendere con veridicità l'espressività della vita, ma il senso del libro e tanto di più. Leggendo il libro, i dialoghi, mi sono ritrovato a modulare il tono della voce e a gesticolare, il testo ti spinge allo sdoppiamento, lettore – attore, ci si ritrova sospesi tra realtà e sogno, vero e verosimile: leggo ma non sto leggendo, vedo Vincenzo, Vicienzo e Peppino, uno produce l’arte, uno cammina svelto tra strade, case, folle, persone, luci e l’altro impersona gli altri due recitando in teatro. Qual è la realtà: io che leggo, io che recit...

Notturno cileno di Roberto Bolaño

Non potete non leggere, se non lo avete già fatto,   Notturno cileno , l'ultimo grande romanzo di   Roberto Bolaño   che in Spagna venne pubblicato nel 2000 quando era ancora vivo (è morto nel 2003), e ripubblicato da Adelphi quest’anno e tradotto da  Ilide Carmignani . Un prete cileno, Sebastián Urrutia Lacroix , in una notte di agonia e delirio ripercorre la sua vita.  Poeta, critico letterario e appartenente all’Opus Dei , ha dovuto accettare gli incarichi più strani, come dare lezioni di marxismo a Pinochet e ai membri della sua giunta, come prender parte a serate letterarie in una villa alla periferia di Santiago, dove venivano torturati gli oppositori politici al regime. Una storia di poco più di cento pagine, senza capitoli né paragrafi, un domino di parole, un flusso di coscienza. Apri il libro, leggi l’incipit: “ Ora muoio, ma ho ancora molte cose da dire. Ero in pace con me stesso. Muto e in pace. Ma all’improvviso le cose sono emerse. ...