Un giovane Trevi lavora nei primi anni ’90 al Fondo Pasolini a Roma, qualcosa di scritto - il titolo dell’ Appunto 37 di Petrolio in cui P.P.P. fornisce al lettore qualche spiegazione sulla sua decisione: che è quella non di scrivere una storia, ma di costruire una forma -, è il racconto di quella esperienza, dell’incontro con la “ Pazza ”, Laura Betti , curatrice del Fondo, di Petrolio il libro postumo di Pasolini , del mito greco e di tante altre cose. Un libro che parla di un altro libro, Petrolio , come nessun altro critico aveva fatto mai. Trevi restituisce alla “ summa ” di tutte le esperienze e memorie di P.P.P. il valore di grande opera letteraria che gli è stata in qualche modo levata preferendo amplificare una presunta rivelazione fattuale insabbiata, che fra le righe del testo doveva esserci. P.P.P. è per Trevi, così come Philip Dick, un veggente: « insieme spinti dal medesimo orrore suscitato dal potere e dall’angoscia si accorgono in tempo del