Non era la prima volta che visitava la Reggia di Caserta, ci abitava vicino, e tante domeniche, con qualche parente, era già stato in quei luoghi ma la visione della vasca di Diana e Atteone, in compagnia di tre amici, quel giorno in cui non c’era nessun altro, lo lasciò senza fiato. La sensazione di fare parte del mondo, gli diede euforia e spavento; per la prima volta, anche solo per un istante, comprese cosa gli stava succedendo ma poi svanì: all’età di 9 anni gli sembrò di stare dentro qualcosa di gigantesco. Quel bambino è Francesco Piccolo, oggi affermato scrittore e sceneggiatore. Quest’ultimo libro è l’intreccio, a partire dal 1973, degli anni personali dello scrittore con quelli pubblici dell’Italia; una lente di ingrandimento sugli avvenimenti politici, da Berlinguer: la vita pura, a Berlusconi: la vita impura. È difficile assegnare un genere a questo libro, auto – fiction, che va di moda da qualche anno, potrebbe avvicinarsi. Piccolo sostiene sia un’intenzione